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Recensione di “Home Body”

Buongiorno amici miei, finalmente è uscita la terza raccolta di poesie di Rupi Kaur.

Vi avevo già recensito Milk and honey e The sun and her flowers (tutti editi dalla casa editrice Tre60) e non vedevo l’ora di tenere tra le mani questo suo nuovo libro.

Home body esprime già nel titolo tutto quello che possiamo trovare nelle sue poesie: amore per sé stessi, per il proprio corpo e trattarlo (e trattarci) con rispetto ricordandoci che prima di tutto veniamo noi stessi e che dobbiamo darci il giusto valore.

Questa raccolta poetica è suddivisa in quattro sezioni: mentre, cuore, riposo, veglia.

Mente: questa prima sezione analizza il ruolo importante che ha la nostra mente nella gestione dei nostri stati d’animo, sentimenti, ricordi e paure tanto da poter controllare ciò che sentiamo fino a portarci in depressione.

Ecco, Rupi Kaur descrive proprio questa situazione destabilizzante completandola di melanconia, ansie, paure, ricordi degli stupri, amicizie finte e annientanti. Però vi è anche il rovescio della medaglia: il desiderio di essere viva e la rinascita della vittima.

Cuore: in questa sezione di entra nella parte sentimentale della vita di ogni donna, ovvero l’amore.

Rupi Kaur descrive gli amori sbagliati verso quegli uomini che vogliono solo annullarci, chiuderci in un incubo, oppressarci e sminuirci.

E poi incita, enuncia, grida, quanto sia bella una relazione sana, quando sia prima fondamentale amare noi stesse e la sessualità, sia vissuta con l’autoerotismo sia in coppia, descrivendo quanto sia importante e sentimentale viverla con sentimento e passione.

Riposo: come se facessimo un respiro profondo e iniziassimo a pensare alla nostra vita quotidiana.

La donna, minimizzata, svalutata, stuprata, usata, che finisce per sentirsi in colpa anche solo per desiderare un futuro, una carriera, una sua strada.

La donna che ancora oggi viene vista come la persona di casa, che deve rimanere in famiglia, che deve accudire e stare buona.

Dopo questa descrizione assai veritiera, ecco che Rupi Kaur esprime l’importanza di valorizzarsi, di ascoltare cosa veramente vogliamo e cosa ci appassioni.

Veglia: conclude come se fosse un abbraccio.

Inizia trattando l’ingiustizia della politica sia verso la società che verso la donna nello specifico e poi prosegue con inni immensi riguardo al curare il nostro corpo e la nostra anima, dichiarando quanto ogni vittima di abusi sia in verità forte proprio per aver saputo affrontare il diavolo.

Chiude la raccolta con una poesia che non ha senso descrive, quindi l’allego qui sotto.

Rupi Kaur anche questa volta non ha deluso.

Amo come scardina i bigottismi, i silenzi che vorrebbero imporre a noi donne.

Con le sue poesie (e i suoi disegni) lei enuncia, dichiara, smaschera, aiuta, arricchisce, fa riflettere.

La sua scrittura diretta, viva, reale, decisa, priva di fronzoli, non lascia dubbi, non apre a interpretazioni; lei esprime candidamente e senza incertezze i mali che ogni donna subisce, vive e deve combattere quotidianamente, in primis quello della sessualità dove ancora oggi dilagano stupri e finti amori che ritengono di poterci controllare come fossimo un oggetto di proprietà.

Rupi Kaur fa sentire meno sola ogni donna e ci abbraccia dandoci forza e coraggio.

Insegna ad amarci, a rispettare, a sostenere e soprattutto a vivere per ciò in cui crediamo e per la nostra felicità.

Home body è un altro gioiello poetico che ha donato a ogni donna del mondo e che ogni uomo dovrebbe leggere per capire almeno un pochino di più, quali sono le cicatrici che nascondiamo nel cuore.

Alla prossima recensione, la vostra Ele