Recensioni

Recensione di “La folle corsa 2.0”

Buongiorno cari lettori, inizio questo mese di aprile solo ora perché i giorni precedenti mi hanno risucchiata in mille impegni e tra le pagine di questo libro che ha richiesto tempo, riflessione, analisi e tanti respiri profondi.

La folle corsa 2.0” è il terzo libro di Antonio Savoldi che ho il piacere di leggere.

Questa volta si tratta di un saggio e, come anticipato, ha richiesto molto tempo fin dal primo capitolo.

Questo autore, che di lavoro fa il poliziotto, utilizza queste pagine per portare al lettore alcune delle sue esperienze di vita lavorativa legata ai giovani e alla strada.

In ogni capitolo troviamo qualche aspetto doloroso della vita partendo da un incidente mortale e arrivando alla droga e all’annullamento dell’individuo in tutta la sua totalità.

Questi racconti sono sempre preceduti da un’analisi riguardante gli aspetti burocratici, tecnici e legali della vita stessa come il Codice della Strada, le regole di un poliziotto, la spiegazione di ogni tipologia di droga.

L’autore narra e descrive ponendo il proprio punto di vista -condivisibile o meno parzialmente o totalmente- ma, cosa forse a molti scontata ma davvero importante, delinea come il ruolo genitoriale sia fondamentale per la crescita, l’ascolto e la tutela della prole.

In questo saggio moderno viene evidenziato come molti di noi genitori in verità siamo assenti, ciechi, ancora più immaturi dei nostri figli, indegni (mio parere) al ruolo che abbiamo scelto di avere.

Nessuno di noi ha deciso di venire al mondo, sta a chi ha preso questa decisione per noi il dovere di esserci, di tutelarci, di istruirci e farci capire ciò che è assennato e cosa no.

Ci troviamo a vivere una generazione di silenzi, di taciuto, di distanza sociale (e non per il Covid-19), di pacche sulla spalla invece di dialogo e confronto, di paura, di senso d’abbandono.

Ci troviamo sempre più privi di sostegno concreto, di maturità viva, di amore.

Quando mi sono trovata a leggere il primo racconto, da un lato mi sono sentita orgogliosa di me stessa perché sto facendo tutto il possibile per educare mia figlia spiegandole a cosa sono legate alcune regole, alcuni doveri; dall’altro, ancora adesso ho i brividi pensando a cosa racchiude quel racconto. Ho paura di cosa possa rischiare mia figlia quando sarà adolescente, quando non ci sarò fisicamente io a poterla sostenere.

Ma, in fondo, quanto rischia già ora… ve ne parlai un anno e mezzo fa di quanti genitori non utilizzano nemmeno il seggiolino per i propri figli… come possiamo poi pensare che loro da grandi usino il casco, le cinture… semplicemente, che usino la testa se siamo noi i primi a non usarla?

E le droghe? Giuro… piango se penso davvero a tutti i rischi che i nostri figli possono correre e/o correranno.

Questo saggio ti mette davanti al buio, al cieco, a quell’aspetto del mondo che crediamo sempre tanto lontano dalla nostra vita, dal possibile.

La folle corsa 2.0” mette paura, ed è giusto così.

Paradossalmente, è triste pensare che serva questo saggio per svegliare infiniti genitori e ragazzi.

È disarmante rendersi conto di quanto dilagante sia l’assenteismo genitoriale, la mancanza di una vera educazione.

Io stessa mi sono sentita spesso chiedere come mai spiegassi a mia figlia le atroci possibilità di un incidente stradale o del perché perdessi tempo ad allacciarla al sedile “tanto devi fare solo qualche chilometro e sei a casa”. La sicurezza, la tutela, la conoscenza… ecco perché.

I nostri figli sono, e devono essere, il nostro cuore fuori dal petto e sta a noi (insieme all’apparato dell’istruzione e della giustizia) crescerli consapevolmente e onestamente.

A volte serve il dolore per crescere e capire davvero perché si attuano alcune azioni.

Se ripenso a tutto quello che ho letto in queste pagine trovo infinito silenzio e dolore e immagino a che lettore affiderei questo testo… a tutti. Genitori e ragazzi, in primis e sono certa che finirà anche in mano a Carlotta appena sarà adolescente perché forse può davvero servire dove una spiegazione genitoriale non arriva.

Con una scrittura sincera, con onestà e verità, l’autore descrive molteplici aspetti di vita e di dolore; sta a noi viverli attraverso le sue parole e riflettere.

 

Alla prossima recensione, la vostra Ele