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Recensione di “Il corpo elettrico”

Ciao cari amici, come va il vostro week end?

Ieri ho terminato questo libro e ho pensato molto a come parlarvene; ho “post-ittato” un sacco di pagine sottolineando concetti e riflessioni importanti che la scrittrice ha sapientemente espresso ma non voglio svelare tutta la moltitudine d’informazioni e analisi che contiene “Il corpo elettrico” perché ciò che è rilevante per me, magari per voi non lo è e ritengo corretto che ognuno di voi possa farsi la sua idea personale anche se è inevitabile che vi giunga il mio pensiero.

Il nostro corpo è espressione pura di ciò che siamo o che vogliamo trasmettere; concetto determinante se non basilare e scontato per molti ma bisogna approfondire e capire nel dettaglio cosa comporta e come questo si è riflettuto nei secoli e ancora oggi.

La premessa- che diventa un inno- inizia affermando che ciò che riguarda il corpo di una donna, di riflesso racchiude anche quello di tutte noi.

Espresso questo, ci tuffiamo nel patriarcato profondo che da secoli domina ogni tipologia di cultura e che ancora oggi si estende nel mondo povero quanto in quello civilizzato.

Un qualcosa che si fonde anche nell’educazione sessuale (non obbligatoria per la scuola italiana) che rimane celata ai giovani di oggi (soprattutto alle ragazze) proprio per tenerci allo scuro su molti diritti e tutele che ci spetterebbero.

A pagina 31 la scrittrice sottolinea un aspetto davvero importante:

L’uguaglianza, a differenza della parità, rischia di appiattire ogni differenza e, quindi, di cancellare ogni soggettività. Ogni corpo è diverso ed è nella diversità che risiede la nostra forza.”

Ed eccoci qui ad affrontare un’altra tematica che, sinceramente, è il punto cardine di ogni aspetto che riporta a far capire quanto il nostro esser femmine sia sempre sminuito, svilito, annientato rispetto all’esser uomo.

Nella società di oggi si parla spesso di uguaglianza invece che di rispettare ogni identità per quella che è senza etichettarla e creare un canone nel quale bisogna identificarsi.

Da questo aspetto si estende una descrizione minuziosa di quanto il mondo sia calibrato in base alle esigenze maschili portando noi donne a correggerci istintivamente per poterci conformare (anche inconsciamente) a questa sfera maschilista arrivando anche a competere tra di noi e ad ostacolarci invece che sostenerci.

Partendo dalla storia e dalla cultura, l’autrice arriva ai giorni d’oggi sottolineando anche i maligni risvolti dei social e descrivendo tecnicamente e psicologicamente, le cause e le conseguenze di ogni azione subita.

Si prosegue entrando in diretto contatto con il femminismo e il transfemminismo (di cui non ero a conoscenza) dove scopriamo le differenze e ciò che caratterizza questi movimenti.

Potrei darvi altri brevi punti cardine del libro ma non saprei scegliere perché ritengo che tutto questo testo sia di rilievo e vada letto da ogni donna affinché possa capire il suo valore e i suoi diritti ma soprattutto (se già non lo sa) imparare quanto sia fondamentale un sostegno e un’apertura mentale affinché si possa quantomeno tentare di migliorare questo mondo maschilista e impregnato di patriarcato fin nelle fondamenta.

Con questo testo, l’autrice mi ha totalmente stravolta arricchendomi moltissimo sia sulla comprensione del mio corpo e della mia personalità quanto del senso più comune (che non significa basilare) dell’esser femminista.

Grazie a questo saggio, ho compreso molto di più che tipologia di donna “per le donne” voglio essere e, nel mio percorso di “auto-valore”, mi ha portata ad apprezzare maggiormente tutta la mia libertà d’espressione e d’identità che molti cercano di annientare e sminuire.

Mentre lo leggevo, e anche quando l’ho terminato, pensavo che “Il corpo elettrico” dovrebbe esser letto da giovani e adulti, da uomini e donne, da filosofi e commesse, etc. perché può davvero cambiare il pensiero di molte persone e, di conseguenza, abbattere ignobili e bigotti muri sociali.

Se poi mi fermo a pensare che tutti i concetti, tutte le analisi, tutte le riflessioni, sono state sapientemente descritte e analizzate da una scrittrice giovane ma con due palle enormi (concedetemi la schiettezza), una capacità scrittoria davvero encomiabile e un’intelligenza sopraffina, mi viene solo da dire “Chapeau”.

Complimenti davvero.

Alla prossima recensione, la vostra Ele