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Recensione di “L’usurpatore”

Buongiorno cari amici miei, oggi voglio parlarvi di un romanzo storico; si tratta di un genere in cui non mi avventuro spesso e questo è stato per me un azzardo a cui spero di dare il giusto valore.

Gli ultimi anni del ‘200 sono durissimi per il già provato Impero Bizantino, recentemente ricostituitosi a Costantinopoli, sotto la spregiudicata e agguerrita famiglia dei Paleologi.
Quel che rimane delle ricche province d’Asia Minore è caduto nell’anarchia. Bande di razziatori turchi, avide di bottino e terre, saccheggiano ripetutamente le campagne, costringendo i cittadini dell’impero a tentare una disperata fuga verso la costa o ad arroccarsi dietro alle mura di antiche e solide fortezze.
Nel frattempo Karman Bey, signore musulmano di Mileto, aumenta il suo potere a dismisura e raduna un esercito abbastanza grande da convincere la corte di Costantinopoli a rispondere con ogni mezzo a sua disposizione. Il sogno turco di conquistare la “regina delle città” sembra poter diventare una triste realtà.
Il Basileus Andronico II ripone le sue speranze nel giovane nipote Alessio Filantropeno, incaricandolo di porre definitivamente fine alla pressione nemica e conservare quanto rimasto, prima che sia troppo tardi. Alessio, euforico all’idea di mettere in mostra le proprie qualità come comandante militare, scoprirà che gli intrighi, i giochi di potere e la guerra hanno sempre un prezzo da pagare, e le sue illusioni giovanili andranno incontro ad una realtà amara.

Come già vi accennavo, cimentarsi in questo libro è stata una scelta tosta per i miei “canoni” e ne sono rimasta davvero sorpresa.

Il libro scivola via, lo si legge pagina dopo pagina senza rendersene conto e ci si addentra in un’epoca storica spesso poco narrata e oggettivamente mai completamente conosciuta.

Emanuele descrive luoghi, situazioni, estratti di storia che ai più è sconosciuta e, attraverso questo suo libro insegna e ci fa scoprire dettagli importanti toccando anche tematiche che in fondo accadono, in maniera uguale per certi aspetti e totalmente differente per altri, anche ai giorni d’oggi.

A rendere questa storia ancora più magnifica e di valore, è il fatto che Alessio Filantropeno è realmente esistito e ciò si riflette inevitabilmente sul valore del libro che si eleva completandosi sia dal punto di vista narrativo che storico.

Da neofita del genere storico e da sostenitrice della storia, posso solo fare i miei complimenti a questo autore che diffonde cultura, sincerità e vita perché, con una scrittura diretta, precisa, quasi metodologica, diventa un docente e porta a ogni lettore ciò che spesso non immaginiamo nemmeno.

Molto bella anche la scelta di parlare in prima persona in una lettera di Alessio indirizzata al figlio, una sorta di biografia, di memoriale, che fa pensare anche a quanto i genitori a volte tacciano per il bene dei figli e che ne dimostra molto affetto.

Un libro colmo di vita, nonostante parli inevitabilmente di guerra, e di riflessione.

Alla prossima recensione

La vostra Ele