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Recensione di “Le regole della risonanza”

Ciao amici, eccoci qui con una nuova recensione. 

Ada ha 28 anni, vive a Soldeno -un piccolo paese di montagna dove tutti conoscono tutti e sanno di tutti- e lavora nel albergo più importante della zona. 

Ada è da sempre legata alla sua cara zia Viola, eterna viaggiatrice, che purtroppo muore lasciandole un vuoto immenso. 

A questo si aggiungono proprio le cartoline della zia che iniziano ad arrivare dopo la sepoltura della stessa e ognuna da una meta differente e con delle frasi apparentemente senza valore. 

Ma non finisce qui; la protagonista deve districarsi tra tradimenti e sofferenze ma…dove porteranno tutti questi “casini”?

 

 

Le regole della risonanza narra di un estratto di vita, di un cambiamento forse, o semplicemente di un episodio che potrebbe assomigliare a quelli di molti. 

Si parte certo da un paesino tra le valli dove vivere risulta stretto a molti (a me per esempio) ma la protagonista sembra adattarsi perfettamente. 

Si prosegue tra amore, amicizia, famiglia ed errori; quattro essenze (nel bene e nel male) di ognuno di noi. 

E i legami dolori, quelli che non capisci perché si siano conclusi ma che lasciano ferite sempre aperte. 

All’inizio non capivo il perché di quel titolo, non riuscivo a collegarlo alla storia, ne immaginavo il finale. 

 

 

Le regole della risonanza non è solo il concerto del vibrato delle piante. 

Non è solo un “riflesso”, un riecheggio. 

Ci si perde in quel che conosciamo e che siamo abituati a vivere; ci dimentichiamo cosa sia davvero emozionante, liberatorio.

Ci adagiamo nella confort zone o nel semplice regolamento sociale del “deve esser cosi”, “è giusto che ti comporti cosi”, “tu vuoi questo, altro no” o semplicemente “tu sei questo”.

Ci dimentichiamo cosa ci faceva gioire, non pensiamo più al rischio dettato dalla felicità e perdiamo un pezzetto di vita ma soprattutto un pezzetto di noi. 

Dentro, nel profondo, sentiamo la mancanza ma la nascondiamo con scuse traballanti perché non è facile ammettere una ferita, un dolore. 

Le regole della risonanza, attraverso una storia che potrebbe sembrare prima di finale (ma è questo il vero “finale” della vita…la scelta e la libertà che sono sempre differenti), è come se volesse continuare a ripetere di vivere. Di riassaporare ciò che ci rendeva felici da bimbi. 

Ci vuole incitare a rischiare, a uscire dagli schemi, a ragionare e porsi in discussione, a vivere girando il mondo (letteralmente o anche semplicemente essendo se stessi senza vergogna). 

Un romanzo moderno, attuale e forse pieno di lati che nascono da dolori e situazioni tristi. 

Mancanze. 

Solitudini forse. 

Un continuo contrasto tra luoghi e personaggi dove anche la natura e l’importanza d’essa, hanno un valore e fanno da filo conduttore per il cambiamento. 

Ecco amici, sinceramente non so se sono riuscita a esprimermi quanto volevo perché questo testo giovane in verità enuncia tematiche delicate e difficili da mettere nero su bianco, ma spero di esserci riuscita. 

Ora corro al prossimo libro. 

Vi abbraccio 

La vostra Ele

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