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Recensione di “I sorrisi non fanno rumore”

Buongiorno cari lettori, per chi non lo sapesse, io sono una “giovane” mamma alle prese con una bimba di 8 anni che sta crescendo e mi porta a confrontarmi costantemente con me stessa, con che tipologia di mamma voglio essere e cosa spero e vorrei trasmetterle.

E come mai sto condividendo con voi tutto questo?

“Non dovrei dare nulla per scontato, dovrei essere concentrata come un dio, esercitare l’amore in ogni momento, perché l’amore è esercizio di presenza”: questo pensa ogni madre quando rimprovera a sé stessa una défaillance, e questo pensa anche Antonia, detta Toni, brillante scrittrice di libri illustrati, che il suo ex marito chiama mélomamma ma è solo la genitrice affaticata di una figlia preadolescente e non riesce a perdonarsi tutta la stanchezza che ha nel cuore. Ma Toni non molla, ogni mattina si sveglia e affronta una nuova giornata, anche quando il Natale si avvicina con i suoi obblighi di riunioni familiari e tintinnante felicità che per lei suonano in contraddizione. Continuare a correre e stringere i denti, però, non sempre è la strategia giusta: il rischio è di fermarsi all’improvviso e dire la verità tutta insieme. È così che una mattina di dicembre, davanti a una platea di bambini e insegnanti, Toni guarda il buio oltre il cono dei riflettori e dice poche parole che infrangono irrimediabilmente il tabù del Natale. Subito intorno a lei si leva un’ondata di sdegno che attraverso i social diventa una tempesta, capace di travolgere tutto e di scaraventarla indietro, al cuore della sua infelicità: in quel posto dove ciascuno è costretto a guardare negli occhi sé stesso per capire come risalire. Un posto dove si può essere molto soli, ma può anche capitare di incontrare qualcuno come Riccardo, che a Toni ricorda: “A qualcosa serviranno, tutti questi errori”.

Ho iniziato questo libro una sera, sul divano, mentre mia figlia dormiva e non sono riuscita a staccarmi dalle pagine. Letteralmente. L’ho letto tutto d’un fiato.

Sebbene, per alcuni aspetti, la situazione di Toni, la protagonista, sia differente dalla mia, io ho empatizzato totalmente con lei.

Il suo senso d’inadeguatezza, di non esser la mamma “corretta” per la figlia, quel senso di sentirsi inutili, perennemente sbagliata, fallace, sola e frammentata.

Quel dover essere e dover fare ciò che gli altri si aspettano, quello che vorrebbero e mostrarsi come loro pretendono di vederci.

Fin dal principio del romanzo, mi sono detta “questa sono io” e credo di non esser l’unica che si possa sentire affine a Toni.

Di pari passo alle emozioni e la maturità di una donna che è anche mamma, l’autrice tratta un punto cruciale e problematico della società di oggi e della genitorialità stessa: i social media.

Luoghi di sentenze pubbliche e gratuite che possono portare anche a conseguenze psicologiche devastanti (ma qui rischierei di aprire un discorso infinito).

Mi soffermo sul “valore” che questa tecnologia ha avuto sulle famiglie, sui genitori e su quel loro mostrare continuamente ciò che riguarda la loro famiglia, la vita quotidiana e l’infanzia (e poi adolescenza) dei figli che, al contrario di ciò che viene fatto, dovrebbero esser tutelati, schermati e ascoltati.

È proprio il punto dell’ascolto su cui, a mio modesto parere, si può far vertere questo nuovo romanzo dell’autrice:

Ascolto dei propri figli.

Ascolto delle proprie sensazioni.

Ascolto delle proprie emozioni.

Ascolto di se stessi.

Ci troviamo bombardati continuamente da suoni, musiche, parole, ma quante volte ci fermiamo ad ascoltare? A chiedere un semplice “come stai?” e dar valore alla risposta che possiamo ricevere?

Partiamo sempre convinti che il nostro pensiero, la nostra filosofia, il nostro modo di vedere le cose sia l’unico corretto e non ci poniamo nemmeno la possibilità che gli altri possano aver punti di vista e opinioni differenti, nemmeno verso i nostri figli.

E vogliamo sembrare tutti leader di questo mondo ovattato e finto fatto di social e apparenza.

Pur di apparire, di esser considerati qualcuno per degli sconosciuti, perdiamo il senso della realtà delle cose e la profondità dei veri legami e sentimenti.

Siamo egoisti in un mondo di egoisti e finiamo per rimanere umanamente soli.

E che dire della genitorialità?

Da mamma, tutti si aspettano che esista solamente la mamma chioccia, presente, coccolosa, morbidosa e dolce.

Se, invece, sei coerente con il tuo sentire, con i tuoi dubbi, le tue paure, i tuoi desideri di vivere, lavorare, mantenere una tua identità che ingloba l’esser madre ma non lo rende una totalità… beh, allora, ecco che vieni additata, bullizzata e fatta sentire inadeguata.

E l’amore?

Dall’infanzia all’età adulta, con tutte le sfaccettature, le sensazioni, i pianti, i sogni e i dolori.

Noi non siamo forse il frutto di ciò che viviamo?

Come si fa, da ormai adulti, dopo delusioni e dolori a credere ancora in questo sentimento e provarci mettendosi in gioco?

Come possiamo sentirci amati se non iniziamo prima noi a rispettarci ed amarci con i capelli bianchi o con il corpo che cambia o molto altro?

Immensamente unico anche il senso di solitudine e inadeguatezza che Enrica Tesio imprime in queste pagine.

Un dolore e un’assenza emotiva che pervade il tutto, che arriva fin nelle fibre più intime del lettore e che destabilizza e spaventa per quanto si percepisca la veridicità.

Altro filo conduttore è la famiglia: le separazioni, le perdite, i lutti e, la vita. Quel costante declino dove spesso è più il non detto del detto. I silenzi che allontanano e che poi diventano parole postume.

E poi potremmo parlare di depressione post partum, di fragilità, di legami e molto altro.

Cioè… vi rendete conto di quante tematiche e di quanti vissuti ha trattato l’autrice in poco meno di 200 pagine?

Con una scrittura realistica, sciolta, coinvolgente e competente, l’autrice parla della vita, dell’esser donna e mamma in questi tempi moderni e di tantissimi altri estratti di tutte noi.

Potrei dirvi molto più ma sta a voi leggere e scoprire questo nuovo romanzo dell’immensa e unica Enrica Tesio.

Alla prossima recensione, la vostra Ele