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Recensione di “Un buon posto in cui fermarsi”

Eccomi qui, cari lettori.

Durante le mie vacanze mi sono dedicata anche alla nuova uscita di Matteo Mussola, scrittore che amo e che trovo molto psicologico e introspettivo.

In questa sua nuova storia troviamo molteplici racconti di uomini che, in un modo o nell’altro, sono tutti legati anche se differenti.

Di storia in storia entriamo nell’intimità di diverse persone partendo da un uomo d’affari che poi scopre di aver una passione differente che lo fa star bene; ci confrontiamo con un signore che ha passato una vita intera a nascondere la sua sessualità; troviamo un uomo che deve affrontare la vecchiaia; un giovane ragazzo che non esce dalla sua stanza e molto molto altro.

Ciò che Bussola ha donato in questo libro è una visione differente verso il mondo maschile che viene troppo spesso ancora etichettato come un’essenza di machismo e dove l’individuo maschile deve spesso mostrare una maschera e nascondere le fragilità e le problematiche che lo riguardano.

Tramite la narrazione di queste vite differenti viene sradicato il preconcetto del maschio alfa e “duro”; vi è una normalizzazione e un mettere a nudo anche le fragilità che sono comuni agli uomini quanto alle donne.

Ciò che mi ha colpita di più è proprio la sua abilità narrativa di portare il lettore ad empatizzare e immedesimarsi con i vari protagonisti così da poter vivere davvero le emozioni e comprenderle pienamente.

La scrittura di Bussola si conferma di romanzo in romanzo tramite la sua costante ed ineccepibile capacità letteraria.

Una firma che arriva al lettore e che ti porta a voler scoprire e attendere con fermento la sua prossima uscita letteraria.

Al prossimo libro, la vostra Ele