Si tratta di una crescita personale di un personaggio.
Un amore veloce, finito, crollato, che mette in crisi, rasentando la follia e da questo baratro la descrizione della sofferenza e l’evoluzione intima.
Ogni poesia sembra davvero un susseguirsi di un pezzo di vita, di storia.
La follia del dolore viene trasmessa dai vocaboli ma anche dalla punteggiatura, dalle sensazioni che ne scaturiscono.
Le concise quanto raffinate poesie -nonché ricche di sottintesi filosofici e letterari- evidenziano l’emotività di molte persone, descrivono le reazione a un dolore amoroso e sottolineano come anche la sofferenza possa servire per migliorarci, per cambiarci, per analizzare noi stessi ed evolverci perché un amore finito, come un prato senza fiori, non significa che tutto rimarrà spento, vuoto.
Cambiano le stagioni, cambia il tempo, e una rosa potrebbe spuntare proprio in quel posticino.
E volete sapere una cosa? Solo quando ho terminato la raccolta ho scoperto l’età dell’autrice e sono andata a sbirciare i suoi social e mai avrei pensato che una giovane mente avesse potuto scrivere poetiche cose filosofiche e complesse.
Pregiudizio, il mio, ne sono cosciente.
Da questo ne scaturisce il mio complimento sincero ad Arianna Galli.
Alla prossima recensione, la vostra Ele