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Recensione di “Filosofia della casa”

La porta è aperta, il fiume risuona fin dentro casa, il ticchettio dell’orologio qui di fianco a me scandisce i secondi, il camino spento profuma di calore e le risate della mia famiglia riempiono questo quadro che è la casa in montagna.

Sono a Ponte di Legno, in una casa che profuma di ricordi e di famiglia, una casa che ha una colonna piena di altezze di mio marito e i nipoti, un camino con le foto che riportano a ricordi lontani, i divani che hanno accolto lacrime e sorrisi, i piatti che hanno unito famigliari e amici, le tende e le coperte che mi fanno pensare subito a mia suocera e ogni camera ha impresso nomi, momenti, eventi.

Questa casa da dodici anni ha iniziato a racchiudere anche pezzi di vita mia e anche di Carlotta che qui ha imparato a nuotare, ha segnato la sua altezza, ha lasciato il segno con disegni, giochi, fotografie… una casa che profuma di vitalità e di persone, una casa che rispecchia mia suocera e la sua essenza.

Perché vi scrivo questo? Perché oggi ho terminato questo testo filosofico che, di capitolo in capitolo, mi ha fatto pensare a questa casa di montagna che racchiude personalità e, in parallelo, ho pensato alla casa che io e Michele abbiamo ristrutturato e che, proprio come questa, ha accolto la famiglia di mio marito fin dai primi passi (letteralmente quelli di Miky sono iniziati tra quelle mura che ora accolgono e abbracciano noi).

Casa.

Il saggio inizia evidenziando come la filosofia nei secoli abbia trattato moltissimi aspetti bistrattando questo luogo così importante e peculiare; da qui l’autore inizia un’analisi che si basa su ogni stanza e che, di passo in passo, si pone sempre più in profondità nel descrivere questo luogo che accomuna in maniera differente tutti noi e che c’appartiene mentalmente ed emotivamente.

La casa, a mio modesto parere, in questo testo è anche metaforica perché ogni particolare descritto, ogni riferimento apparentemente fisico, si riflette nella casa che siamo noi, il nostro corpo, la nostra mente, la nostra espressività, la nostra essenza.

Durante la lettura ho davvero evidenziato moltissime riflessioni che vorrei condividere ma credo che rischierei di svelarvi ogni frammento di questo libro e non è quello che voglio arrivi a voi.

Non sapevo che cosa avrei trovato tra queste pagine, non avevo idea alcuna; l’ho acquistato perché incuriosita dal titolo e non mi ha delusa.

L’autore, iniziando ogni capitolo parlando di sé stesso e del suo vissuto, entra nel lettore e descrive questi ambienti e queste essenze con sincera maturità e anche un velo d’introspezione.

Ne esce un’analisi apparentemente semplice ma molto profonda che mostra il filo conduttore che c’è tra un singolo soggetto, un luogo e la società non solo locale ma mondiale.

Non saprei che altro condividere con voi senza spoilerare, quindi concludo scrivendovi che la casa siamo noi e che la nostra felicità è molto più complessa di quanto crediamo e anche i nostri muri.

Dietro a ogni frammento, ad ogni cornice, mobilio, arredo, etc. c’è molto di più.

Alla prossima recensione, la vostra Ele