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Recensione di “Occhi di smeraldo”

Titolo: Occhi di smeraldo

Autrice: Federica Celentano

Ciao cari lettori, nel buio della camera ho terminato il novantesimo libro di quest’anno ed ora, persa nel silenzio, ne scrivo. 

“Occhi di smeraldo” me l’ha regalato Miky invogliato dal titolo che gli ha ricordato il mio sguardo e così mi sono trovata a leggerlo. 

Si tratta di un romanzo d’esordio che ben si presta alle vacanze e che può piacere a un pubblico femminile sognatore. 

A un colloquio di lavoro Eva incontra il capo e tra loro sembra esserci un misto d’intesa e scherno ma tutto sembra evolvere su un piano razionale fino a quando… ma uno psicopatico vuole mettere i bastoni tra le ruote.

Devo esser sincera con voi, cari miei lettori, quindi ammetto che all’inizio la storia mi è piaciuta molto perché sembra realistica sotto molti aspetti come il dolore, le perdite affettive, le riflessioni che si altalenano tra cuore e mente.

Poi, nella parte centrale, l’evoluzione della loro storia mi ha rimandato al cliché di Mister Grey e Anastasia (lui ricchissimo e lei che si innamora).  

Ci tengo a precisare che non si tratta di un romanzo erotico e che non mi riferisco a quell’aspetto di assonanza tra i due libri; comunque, nel punto centrale del libro, mi sono trovata a dubitare, però ho proseguito con piacere. 

Nella “terza parte” mi sono sentita “ripigliata” perché c’è un’evoluzione mentale sia nei personaggi che nella trama (aspetto non banale) e ho così terminato il libro. 

Ciò che mi è piaciuto di più, oltre alla scioltezza e alla scrittura dell’autrice, sono stati gli aspetti psicologici che emergono e che riguardano il binomio amore-dolore. 

Per amore, intendo il sentimento affettivo che racchiude sia amicizia che genitorialità e amore tra partner. 

Per dolore, mi riferisco alle conseguenze psicologiche e fisiche che s’innescano davanti a un dolore e una perdita.

L’autrice esprime, non so se volutamente o meno, le conseguenze di chi perde persone care, di chi viene abusato, perseguitato e si sente abbandonato. 

Ci si trova ad affrontare gli attacchi di panico, la paura a fidarsi, la sensazione di esser sempre soli e la rabbia; tutti meccanismi che poi s’intersecano anche con le vite di coloro che ci amano. 

Ci si scontra anche con la malvagità della psiche umana che, in questo romanzo, evidenzia la differenza tra amore e possessione delineando anche la brutalità del male e denunciando quanto anche nella realtà le forze dell’ordine spesso non abbiano la concreta capacità di tutela verso le vittime. 

Riassumendo, questo libro può esser letto come una lettura estiva che fa anche sognare chi cerca l’amore, oppure può esser analizzato e scoprire come delinea la figura della donna nella società (abusi, inferiorità, oggettivazione) e del sentimento che dovrebbe rappresentare l’amore… a voi la scelta. 

Buonanotte cari lettori, alla prossima recensione