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Recensione di “Incubi grotteschi di esiliati sognatori”

Buongiorno cari amici, anche oggi condivido con voi una recensione.

Questa nuova uscita letteraria è una raccolta di 12 racconti, suddivisi in 3 capitoli, di cui già dal titolo si può intuire l’indirizzo: i sogni, o meglio, incubi.

Questi racconti trattano la psiche umana, la demenza, la follia, la bipolarità, le paure, le violenze, le negatività, le brutalità e i ricordi.

Da ogni racconto si evince l’importanza di questo aspetto della vita che poi si ripercuote nei sogni e, in questo caso, in incubi; le azioni perpetuate, le scelte, il passato, arrivano nella mente dei soggetti a tal punto da faticare a distinguere tra sogni e realtà.

A me personalmente è salita l’angoscia sopratutto nei racconti dove si evocano i ricordi fanciulleschi, forse per un senso comune di ognuno di noi che è legato alla propria infanzia, e ritengo che ogni emozione sia letteralmente percepibile.

Un susseguirsi di visioni oniriche che appaiono a tratti reali e che rendono vive le sensazioni del lettore che si trova di fronte alla paura, a quella sensazione di instabilità che ti porta a tentennare nel coricarti a letto.

Questi dodici racconti -alcuni brevi, altri lunghi- sono davvero intensi e carichi di pathos che fa salire il nodo in gola.

Una firma nuova che si discosta dalle solite letture, che narra qualcosa di gotico, folle per alcuni, ancestrale, differente di sicuro.

Un lessico davvero ineccepibile e molto coinvolgente.

Un libro di sicuro non facile per molti ma che arriva al suo “scopo” e fa mancare la salivazione da quanto riesce a trasmettere. La psicologia e l’importanza dei sogni fa da filo conduttore lasciando poi che il lettore inizi (anche implicitamente) un’analisi.

Per gli amanti del genere “tetro” (ma non solo a loro) questo libro è perfetto.

Biografia: Antonio Pilato (Ravenna, 11 Marzo 1990) è uno psicopedagogista e scrittore italiano.
Fin da bambino si appassiona alla letteratura dell’orrore, leggendo in casa e a scuola i romanzi brevi della serie Piccoli brividi di R. L. Stine.
Terminati gli studi liceali, s’iscrive all’Università di Bologna, laureandosi in Scienze del Comportamento e delle Relazioni Sociali nel 2013, e in Psicologia delle Organizzazioni e dei Servizi nel 2015. Nel frattempo, inizia a conoscere più da vicino la prosa di S. King, leggendo diversi romanzi e alcune raccolte di racconti.
Dal 2016 la sua visione della letteratura si allarga ad altri autori, primi fra tutti H. P. Lovecraft e T. Ligotti, i quali influenzeranno non poco i suoi pensieri e il suo immaginario, portandolo a laurearsi una terza volta nel 2018, questa volta in Pedagogia, e a dedicare la sua tesi di laurea proprio al tema dell’infanzia insita nei contesti della letteratura dell’orrore.
Dal 2018 inizia a scrivere, preso da una forte ispirazione innata e arcana, una serie di racconti di genere weird che traggono ispirazione, oltre che dai suddetti scrittori, anche dalla penna di molti altri autori, come E. A. Poe, A. Christie, C. A. Smith, R. W. Chambers, E. S. Gardner e H. Murakami. Nel 2020 pubblica la sua prima raccolta di racconti, intitolata “Incubi grotteschi di esiliati sognatori”.

Alla prossima recensione, la vostra Ele