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Recensione di “Agatino il guaritore”

Buongiorno cari lettori, come state? Pronti per una nuova recensione?

Andiamo dritti alla trama di questa nuova uscita libraria.

Personaggi grotteschi si legano l’un l’altro sullo sfondo di una provincia così immaginaria da essere simile a molte. Il fulcro inconsapevole di questa vicenda è Agatino, noto anche come amico dei bisognosi, usuraio, manipolatore, guaritore, santone di Boschetto… Se molti credono di conoscerne il presente, del suo passato si sono perse le tracce. Ciascuno, a suo modo, ha un’immagine precisa dell’uomo a cui amministratori, tutori della legge, uomini e donne semplici di semplici e dolorosi destini, gente che vive di poco e nel poco si dipana si rivolgono quando giunge un imprevisto a stravolgerne le vite e sembra non ci siano altri santi a cui votarsi. Agatino, in un modo o nell’altro, riesce sempre a trovare una soluzione, non è chiaro se lo faccia per interesse, bontà o capacità soprannaturali, in ogni caso quella trovata soddisfa e contribuisce ad alimentare la sua fama. E proprio grazie a questa fama un giorno si troverà di fronte all’imponderabile: qualcosa non va come era stato previsto dall’uomo che da sempre ha voluto nascondere la sua vita e le sue opere nella traccia del non detto e del non visto.

Tanti sono i personaggi, tante le storie e ciò che accade.

Boschetto è un paese, ma può esser qualsiasi agglomerato urbano, qualsiasi zona e ciò che accade può toccare ognuno di noi o il nostro vicino, la nostra dirimpettaia, il nostro negoziante di fiducia e così via.

È proprio questo che rende realistica, seppur nel grottesco (come dice la trama stessa), la trama. Perché tutto sembra lontano da tutti noi ma, in vero, anche molte delle notizie, delle chiacchiere che sentiamo in giro, si avvicinano a ciò che ho letto.

Ciò che si snoda in parallelo, in un sottotesto, è il legame sempre presente tra chi siamo e cos’abbiamo vissuto.

Questo personaggio fulcro, Agatino, è diventato ciò che era “necessario” per lui dato il dolore che sentiva dal suo passato, da quel non affetto ricevuto da chi si creda ce lo dia sempre.

Un misto di bisogno d’accettazione e integrazione, contrapposto da quel esser ferito che porta ad usare le persone, a non legarsi veramente ma all’approfittarne.

In questa storia si celano le singole realtà dei personaggi; spaccati della vita, sfaccettature basate tutte sul dolore; tessere che compongono la società intera che ben s’interpreta come quella nostra di oggi.

La lettura scorre fluida, elegante e raffinata aiuta la lettura di questo testo che, tra descrizioni e narrazione, risulta molto articolato ma ben esposto.

Questo romanzo necessita di un lettore accorto, introspettivo e che analizza alla ricerca dei messaggi e delle riflessioni più sottili.

Insomma, bisogna mettersi in gioco e voler entrare nell’intimo di una narrazione che gioca con il lettore e lo mette alla prova; e fidatevi che ne vale la pena.Alla prossima recensione, la vostra Ele