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Recensione di “Acrobazie”

Ciao cari miei lettori, in questa domenica primaverile mi sono accomodata in giardino e ho riflettuto sul libro appena letto.

Acrobazie” è un libro denso di piccoli racconti che appaiono quasi come una lettera o un monologo dell’autore rivolto a una donna, la sua, o a qualsiasi persona a cui è legato.

Il racconto è suddiviso in tre sezioni che rappresentano un po’ le fasi della vita dove l’autore tratta di episodi (veri o fittizi che siano) che possono apparire banali o insignificanti ma dai quali, analizzandoli, si possono trarre molti messaggi e pensieri importanti su dei momenti della vita sia su scelte, avventure, rischi, rimpianti e segreti che spesso celiamo anche a noi stessi.

L’autore tratta i cambiamenti della vita quasi a modi epistola viscerale ormai dimenticata.

Tratta di dolori, amori finiti, zingarate, ricerca di rifugio, momenti senza cardini, le classiche vicende adolescenziali, le paure dell’età adulta, la follia sana e la pazzia.

In un certo senso, ritorna un po’ bambino enunciando che la spensieratezza della prima fase della vita sia fondamentale a ogni età che, invece, spesso viene sotterrata e accantonata in età adulta anche per la paura di esser giudicati.

Tocca ogni argomento della vita come anche la sessualità, l’amore e il dolore portando al lettore le sue riflessioni interiori, generandone altre e risvegliando anche sogni, pensieri inconsci e fantasie.

Con una scrittura schietta, veritiera, colta, non banale; con un’espressione a volte irriverente ed apparentemente folle, l’autore ha creato un piccolo nido di storie che si possono leggere a se stanti ma che, a mio modesto parere, vanno affrontate una ad una, di pagina in pagina, per comprendere nel profondo cosa cela l’autore a ogni lettore.

Alla prossima recensione, la vostra Ele

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