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Recensione di “Anime”

Ciao amici, come state?

Ci troviamo nel 2021 e tutto appare sdoganato, rispettato, capito, accettato e spesso condiviso ma credo che in realtà non sia così.

Finché accade qualcosa di “differente” a qualcuno distante da noi (come molti articoli dei giornali), ci poniamo in positivo e sosteniamo; ma se è un nostro parente o amico a dichiararsi gay, bisessuale, queer o trans, allora andiamo nel pallone ci chiudiamo in noi.

Anime” narra un breve estratto di vita di una famiglia (padre, madre e figlia) dove la figura maschile, dopo anni di dubbi e insicurezze, capisce chi è e lo annuncia ai suoi amori: è un transessuale.

Ecco che Maria Cristina Buoso narra ciò che pensano sua moglie e sua figlia, ciò che sentono, la rabbia, la paura, la negazione, la vergogna.

Allo stesso tempo ci addentriamo nei pensieri e nelle emozioni di questo uomo che, ormai adulto, scopre chi è davvero e deve iniziare a fare i conti con sé stesso e con tutte le paure che ha.

Non voglio esprimermi sulla condivisione o meno di una scelta sessuale e identitaria che non mi riguarda ma, sicuramente si tratta di una narrazione che racchiude una possibile esperienza di vita che fa parte del quotidiano di molte persone e diviene un esempio dove trovare e affrontare sia le paure sia le possibilità per un dialogo e una crescita costruttiva.

Una scrittura emotiva, colloquiale, diretta e sincera.

Le pagine scivolano via velocemente e concludi capendo che non ci sono strade definite, soluzioni prestabilite, vie asfaltate, però non deve mai mancare il dialogo e la comprensione.

Alla prossima recensione 

La vostra Ele

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