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Recensione di “Il mio tuffo nei sogni”

Buon pomeriggio cari amici miei, stanotte mi sono dedicata alla lettura di questo libro appena uscito.

Pochi giorni fa Rossella Montemurro, giornalista e autrice di questo volume, mi ha contattata presentandomi “Il mio tuffo nei sogni” e ho subito accettato di leggere questo sunto di vita.

Sinceramente ritengo che questo libro non sia un romanzo, una narrazione ne una biografia; secondo me si avvicina molto a un breve saggio giornalistico moderno.

Sia ben chiaro, non lo scrivo in senso dispregiativo, bensì obiettivamente in modo che voi lettori siate consci di cosa troverete in quelle pagine senza aspettarvi qualcosa di romanzato o addolcito.

L’autrice, grazie alle memorie della madre del protagonista, Cinzia, narra la vita di Marco D’Aniello mostrando soprattutto il lato duro della vita che conducono.

Marco D’Aniello è un Campione nel nuoto ma ritengo anche (e a mio modesto parere, soprattutto) nella vita perché ha percorso e percorre ancora una strada di maturazione profonda e di dolcezza infinita che scardinano gli stereotipi e i bigottismi riguardanti la sua malattia: l’autismo.

In queste pagine vengono descritte molte delle dinamiche che caratterizzano la vita di un autismo e delle persone che lo circondano.

Veniamo così a conoscenza dei dolori, delle cadute, delle difficoltà, che tutta la famiglia, e in primis Marco, hanno dovuto affrontare.

Non mancano i riconoscimenti a tutti coloro che hanno aiutato e aiutano la famiglia D’Aniello diventando anche parte integrante del loro nucleo.

Attraverso questa lettura si scoprono le figure importanti che caratterizzano la vita di questo ragazzo ma si evince anche quanto l’uomo sia sempre più privo d’umanità e di empatia.

Il bullismo ancora dilagante già nei bambini, gli stereotipi degli adulti, le cattiverie, le sentenze gratuite.

In contrapposizione però ci sono quelle persone che ancora hanno un cuore pulsante e che sanno star vicino alla gente diventando anche mentori proprio come accade in questa storia dove Raul Bova diventa l’angelo custode di Marco D’Aniello.

Non da meno l’amore che circonda il giovane Campione e che si palesa sia nelle parole della madre sia in tutto quello che la famiglia fa per Marco ma soprattutto l’amore che lui stesso da agli altri senza chiedere nulla in cambio.

Sinceramente, e spero non me ne vogliano l’autrice e la famiglia D’Aniello, ritengo che la loro storia purtroppo non sia isolata ne nello specifico della malattia di Marco, ne generalizzando perché esistono ancora troppi stereotipi, troppe sentenze gratuite e tantissimo bullismo anche verso chi è “normale”.

Quindi sono convinta che questo testo abbia tre interpretazioni possibili: la prima è la descrizione di cosa significa crescere un bambino autistico nel mondo moderno ma non ancora abbastanza maturo; la seconda è il ringraziare ogni figura che ha fatto e/o fa parte della vita di Marco contribuendo alla sua crescita e felicità; infine, evidenziare quanto buona parte dell’umanità sia sempre più asettica e brutale.

Cari amici, forse sono stata cruda, forse nessuno si aspettava una recensione del genere, ma questo è quello che ho sentito: un grido d’amore, di sostegno ma anche di sdegno.

Una storia vera, per nulla romanzata o delicata.

Ora tocca a voi.

Un abbraccio

La vostra Ele