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Recensione di “Happydemia”

Buonasera amici, ho da poco terminato questa nuova uscita letteraria e ora sono qui per condividere con voi le mie riflessioni.

Ci troviamo nella nostra Italia del prossimo futuro dove il Covid non ha mollato la presa e noi tutti continuiamo a convivere con lockdown, mascherine, disinfettanti e distanziamenti sociali. In tutto questo marasma, c’è un’azienda farmaceutica che consegna farmaci in tutto il mondo a tempo record riducendo ansia, stress, insonnia, depressione e molto altro: Happydemia. Michele, uno dei protagonisti, lavora come consegnator per quest’azienda e, attraverso la sua vita e ciò che gli accade, scopriamo nuovi scenari, nuovi aspetti, nuove critiche.

Ho iniziato questo libro e subito mi sono trovata sia a sorridere, sia a ridere, sia a riflettere.

Questo libro fa il botto!

Arriva al lettore e lo catapulta tra le pagine senza che si riesca a distogliere l’attenzione da ciò che viene narrato.

Attraverso questo libro, l’autore narra della politica di oggi, della pandemia del covid, di come le nostre sofferenze siano controllate e gestite per un fine ultimo che è sempre il soldo ma anche il materialismo, i morti dei barconi, la solitudine, il cambiamento che questo momento storico ha generato e il classismo.

SATIRA.

Quanto è difficile scrivere in questo modo? Quanto è difficoltoso trasmettere, portare a riflettere e descrivere la realtà utilizzando la satira?

Giacomo Papi ci riesce perfettamente.

L’autore narra la realtà senza che ce ne accorgiamo e inevitabilmente parla di ognuno di noi e ci porta ad analizzare la nostra situazione, il nostro modo di vedere le cose e soprattutto la politica.

Nel testo troviamo questa frase: <<Il potere non è comandare, è servire.>>

Perfettamente calzante su quella che dovrebbe esser la politica ma anche la vita in una società: pensare a noi stessi ma in un contesto di bene comune dove l’egoismo non predomini.

Un’altra riflessione che nasce spontanea leggendo “Happydemia” riguarda la contrapposizione tra i giovani e i vecchi: le nuove generazioni che si trovano allo sbando, con una voglia immensa di vivere, di uscire, di scoprire e, dal versante opposto, coloro che hanno già vissuto molto e si trovano ora ad avere paura di morire.

Un testo moderno che tratta della nostra quotidianità dove la nostra felicità, i nostri stati d’animo, spesso vengono controllati, gestiti e utilizzati solo per un secondo fine e noi ci troviamo incapaci di scoprire che basta aprire il cuore e tutto forse sarebbe migliore.

Alla prossima recensione

La vostra Ele