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Recensione di “La tartaruga di giada”

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Buongiorno cari lettori, com’è andato il vostro week end?

Io l’ho passato tra famiglia e piscina godendomi questo libro che mi ha aspettata sulla scrivania per mesi.

Tutto inizia nella Riviera del Conero dove viene assassinato un uomo decisamente in maniera inusuale e, mettendo in campo due Dirigenti della Polizia. Cristina Giuliani e Astryd Rosciani, amiche e colleghe, iniziano ad indagare minuziosamente su questi delitti iniziando a viaggiare per la penisola italica cercando di vederci chiaro e sbrogliare questa matassa sempre più complessa e articolata ma chi ci sarà dietro a queste morti?

Devo dire che sono rimasta avvinghiata alle pagine perché la trama di questo giallo è davvero bella, ben articolata, coinvolgente e ricca di spunti che ti portano a voler scoprire sempre di più chi si cela dietro all’assassina e cosa succederà alle protagoniste.

Una caratteristica davvero moderna, per alcuni versi, importante per molti altri, è rappresentata da questo dominio letterario femminile dato dalle protagoniste e da quasi tutti gli altri personaggi.

Ciò che si evidenzia è il valore della donna che non è inferiore all’uomo in tutti gli aspetti: sentimentale, razionale e irrazionale, di comando, di gestione, di analisi, di relazione, di logica e anche di malvagità.

Credo che attraverso questo testo, l’autore evidenzi la parità di doveri e libertà, di pregi e difetti, di uomo e donna praticamente dichiarando che siamo uguali e che non ci sono lavori da uomo e lavoretti da donna, ne discriminazioni.

In questo giallo troviamo anche i legami dati dalla famiglia e dalle amicizie dove ci si confronta anche con aspetti della propria vita dove spesso non ci si rende conto di quanto queste fusioni ricadano su noi stessi e sulla nostra crescita personale: dei buoni legami -solidi, sinceri, benevoli- aiutano a prendere la “strada giusta” mentre crescere in una famiglia “malvagia” di sicuro può rendere tortuoso anche il percorso personale.

Sinceramente, questo libro mi ha davvero stupita in primis perché è raro che uno scrittore che si prodighi così fortemente a dar valore alla donna, al genere femminile; in secundis, perché questa trama è davvero intrigante come pochi libri di oggi e, sinceramente, completa di ogni caratteristica che un romanzo giallo deve avere.

Infine -e vi giuro che l’ho scoperto solo terminato il libro- ogni luogo descritto dall’autore e ogni attività (negozi, hotel, ristoranti) esistono davvero e questo, oltre a rendere ancora più reale la storia, ti invita a visitare quei luoghi come Ancora e Pantelleria.

Insomma, un giallo da non farvi sfuggire.

Alla prossima recensione, la vostra Ele