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Recensione di “La teoria delle briciole”

Cari lettori, buongiorno.

In questi giorni in cui mi sono trasferita in Toscana, ho ripreso finalmente a leggere quei libri che tanto mi attirano come quello di cui vi scrivo ora.

Un marito affascinante e devoto, due figlie, una madre amorevole, una cognata affezionata, le amiche di sempre e il suo lavoro di fiorista: la vita di Claudia si può esprimere con poche, essenziali, parole. Tra quelle parole, cariche di significati e di ruoli, la protagonista del romanzo sembra muoversi con disinvoltura, grata per tutto quello che ha e senza mai nutrire un dubbio. Quando un altro uomo entra con irruenza nella sua vita ordinata e perfetta, Claudia tenta in ogni modo di ricondurre il tradimento sui binari confortevoli che ben conosce, a considerare l’episodio unico e occasionale. Presto però si rende conto che questo incontro è l’opportunità di far venire alla luce aspetti di se stessa fino ad allora ignoti, e sceglie infine di assecondare le proprie pulsioni. Indagando tra sentimenti e paure sempre nuovi, inizia per lei un percorso verso la scoperta della sua identità di donna.

Questo romanzo inizia nel gennaio del 2000 quando la protagonista compie i 40 anni e si estende narrando molti elementi della sua vita toccando davvero moltissimi anni e giungendo fino al periodo del primo post pandemia.

Ammetto che l’incipit del romanzo cattura subito e porta il lettore a voler immediatamente scoprire come mai e come evolverà la situazione della protagonista.

Ed è qui che si mostra il vero filo conduttore del romanzo: la vita stessa di una “normale” donna con famiglia.

Le dinamiche, le emozioni, i doveri, gli impegni, i sentimenti, le autoanalisi, la famiglia da gestire, le figlie da accudire, le paure di esporsi anche con le persone più care.

Di capitolo in capitolo, come di mese in mese o di anno in anno, leggiamo i cambiamenti di Claudia e, di pari passo, la crescita dei vari personaggi dando immenso valore alla psicologia e all’emotività femminile.

Nelle pagine di questo nuovo romanzo di Laura Moreni si può davvero toccare l’intimità delle donne scoprendone profondamente gli aspetti più mentali e delicati toccando anche quelli scomodi come la menopausa, la crescita dei figli, i problemi matrimoniali, l’invecchiamento, la scoperta di se stessi, la messa in gioco e davvero molto altro.

Ciò che ho apprezzato maggiormente è stato il realismo espresso tramite una scrittura perfetta, impeccabile e accattivante.

Nella mente si creavano vere e proprie immagini di ciò che accadeva, dei luoghi e delle azioni narrate.

A completare questa chicca è il finale (che non spoilero): onesto, non banale e davvero profondo.

La teoria delle briciole” ti porta a guardare il mondo di noi donne da un punto di vista differente (o, semplicemente, più approfondito) e credo che ogni giovane ragazza (oltre che a ogni singola persona) dovrebbe leggerlo perché molto spesso non ci rendiamo conto di quanto possa esser difficile un matrimonio, un lavoro in proprio, il “semplice” fare il genitore presente.

Ma, soprattutto, non ci rendiamo conto di quanto sia doveroso amare noi stessi, darci il giusto valore tenendo conto che ognuno di noi non ha bisogno necessariamente di una relazione “canonicamente stabile” per stare bene e che l’amore ha davvero molteplici forme d’espressione.

Insomma, Laura Moreni ha una penna delicata ma precisa, sciolta e intrigante; tutto questo fuso in una trama impeccabile e costruttiva… fossi in voi non mi farei sfuggire “La teoria delle briciole”!

Alla prossima recensione, la vostra Ele