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Recensione di “Appunti su un’esecuzione”

Buongiorno cari lettori, sono ancora alla ricerca del fresco sui monti e, in questi giorni, mi sono dedicata a un’altra uscita recente di Bompiani.

Ansel Packer è nel braccio della morte: ha davanti a sé dodici ore prima di essere giustiziato. Ha ucciso tre ragazze e non c’è possibilità di grazia. Solo una speranza: la complicità di Shawna, guardia carceraria avvinta dal suo fascino equivoco e disposta a farlo fuggire. Mentre il conto alla rovescia incombe, la voce seducente e ossessiva di Ansel si alterna a quelle delle donne più importanti della sua vita: Lavender, la madre, schiacciata da una relazione violenta che ha abbandonato senza pensare alle conseguenze; Saffy, la detective della Omicidi che con intuito e pazienza ha riconosciuto l’assassino, l’ha braccato, l’ha catturato; e Hazel, che ha visto la gemella consumarsi in una passione malata. Sorretto da un ritmo tesissimo, animato da personaggi densi di luce, questo romanzo è anche un’indagine sul tetro, ambiguo mito del serial killer.

In questo romanzo di susseguono una seria di personaggi, tutti fondamentali e concatenati anche senza saperlo, la cui narrazione cattura fin dall’inizio di ogni capitolo e ti porta a percepire delineatamente ogni loro sensazione e ciò che gli accade.

Di pagina in pagina sale la suspense, aumenta la curiosità per capire cosa succede nella mente del serial killer e come andranno a finire queste ore d’attesa.

Fin dal principio, e lungo tutta la trama, ci si confronta con la figura della donna sotto molteplici aspetti. Si trova la donna madre, la figlia, l’orfana, la sorella, l’amica, la moglie, la bambina, la poliziotta. In parallelo, la diversità e l’etichetta sminuente ad essa associata come nell’ambito di lavoro e nella vita.

La violenza e i femminicidi sono un filo cardine di questa storia non solo per via del serial killer, ma narrati sotto tutta la gravità e la realtà di queste atrocità.

In parallelo, e di stessa rilevanza, la psicologia e le devianze, non da meno le cause di un abbandono. Nel protagonista e in ogni altro personaggio di questo romanzo troviamo, con infinito realismo, tutto il lato psicologico che nasce e cresce in ogni soggetto che subisce violenze e/o lutti legati a quel legame cardine e naturale che si dovrebbe avere con i genitori.

I genitori. Proprio loro. Anche quando non esplicitamente narrato, al lettore arriva il valore e la rilevanza che ha ognuno di loro, nel bene e nel male, ha nella vita dei figli determinandone spesso l’identità e le scelte.

È proprio la scelta che spesso sottovalutiamo.

Siamo frutto di scelte e noi stessi ne facciamo in continuazione.

Sono esse che determinano chi siamo, o chi vogliamo essere.

Non siamo solo bene o solo male, ma siamo chi scegliamo di essere.

Insomma, caro lettore, potrei continuare a descrivere cos’è o trovato in queste pagine ma vorrei che ognuno di voi scoprisse a suo modo cosa si cela dietro a “Appunti su un’esecuzione”.

Sappiate che vi catturerà fin dalla prima pagina e che non vorrete mai interrompere la lettura; vorrete scoprire cos’accadrà al serial killer ma, anche, il perché. Non da meno rifletterete, anche senza rendervene conto, sulle atrocità riguardo alle diseguaglianze, ai femminicidi e alla donna a tutto tondo.

Fidatevi, non fatevi sfuggire questo nuovo capolavoro letterario.

Alla prossima recensione, la vostra Ele