Cari lettori, la poesia mi è sempre cara e ogni volta mi stupisce, proprio come in questo caso.
Ammetto che ho provato a leggere ogni lirica in due “melodie” differenti: una lenta, sinuosa ed elegante, l’altra più a modi canzone.
Ho provato ad effettuare questo esperimento per poter considerare pienamente i testi e “inquadrarli” in base al mio pensiero.
L’autore fa strabuzzare gli occhi e la mente ad ogni componimento.
È una fusione tra la morbidezza di un suono poetico e l’energia di un pezzo rap.
Non me ne voglia il poeta… il mio è inteso come complimento.
“Rime in prima copia” è letteralmente questo.
Una raccolta di poesie in rima che sono viscerali.
Sia nel lessico che nella scrittura si percepisce questo realismo sulla creazione dei testi: sono presentati come se appena scritti, di getto, senza fronzoli; con apparenti “errori” che sono coerenti con una scrittura impulsiva, con un’esigenza emotiva d’imprimere ciò che si sente all’istante, a ruota libera, in piena scioltezza e libertà.
Attraverso la rima e il suono che si rigenera nel lettore, Antonio Semproni gioca con le parole.
Sembrano apparentemente poesie scritte di “fretta”; invece, il determinato utilizzo di alcune parole (e in alcuni particolari modi) e il contesto creano distaccamenti, riflessioni, opinioni e anche fastidi.
L’autore stuzzica il lettore attraverso i suoi testi; lo “mette” alla prova sull’analisi del contenuto e su ciò che vuole trasmettere.
All’interno di questa raccolta noi scopriamo un percorso in rima tra sentimenti, vita quotidiana, le opinioni, la politica, la società, la morte, la vita, l’amore.
Si tratta di una raccolta riempita di tematiche e significati; il tutto elevandosi a un livello poetico più profondo e mentale rispetto a quanto sembri.