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Recensione di “Sulla tua pelle”

Cari lettori, sinceramente non so in che momento della giornata lo leggerete ne se questo titolo vi susciti qualche ricordo, emozione, interesse… ma poco importa perché a me preme scrivere di questo libro e così faccio.

Si, lo so, non è il mio solito modo di pormi, però sento l’adrenalina a mille a causa (probabilmente grazie) a ciò che ho appena terminato di leggere.

Ricordo ancora quando lessi la lista di tatuaggi diffusa per cercare d’identificare la vittima trovata a Paline di Borno proprio dal sito BsNews.it. Ero in auto, passeggera, con mia figlia seduta sui sedili posteriori.

Lessi attentamente. Ero incuriosita. Ammetto di amare la cronaca nera perché mi suscita una moltitudine di domande riguardanti gli aspetti psicologici che riguardano gli assassini; il tutto prende ancor più valore se poi si tratta di un femminicidio perché, fin da quando ho scoperto di aver un diritto d’espressione (ma qui si aprirebbe un altro capitolo), cerco di diffondere la brutalità del maschilismo e delle differenti tipologie di violenza verso la donna.

Tornando a noi, insomma, mi ricordo che mi domandai quanta brutalità ci dovesse esser stata verso la vittima se gli unici elementi per identificarla fossero quelli e, in parallelo, conoscendo una tatuatrice della zona, le inviai il link così che potesse pensare se sapesse a chi appartenessero.

Giusto… non vi ho scritto che, beh, io vivo a Brescia, città capoluogo della provincia del paese dove hanno ritrovato il cadavere.

Ecco… tutto, per me, scaturisce quel giorno, con quella lista e con quell’idea che nessuna donna, ma nessuna persona, meriti di morire in questo modo.

Quando arrestarono l’assassino, non me ne voglia l’autore, poco mi cambiò il fatto che fu grazie al giornalista Andrea Tortelli se il caso fu risolto; io ero “felice” (per così dire) che avessero preso il colpevole, il come poco mi interessava.

Da quel giorno è passato un anno e, grazie ai social (e da lettrice del BsNews.it) lessi della presentazione di questo libro e mai e poi mai sarei mancata; incontro sorprendente sul piano emotivo e riflessivo per ciò che l’autore ha condiviso e tutta l’analisi che ha riferito e suscitato a noi spettatori. Credo che possa capitare poche volte (almeno nel mio caso) di poter assistere a una conferenza dove vengono trattate tematiche così delicate e odierne utilizzando davvero una profonda conoscenza e sensibilità che, contemporaneamente, enuncia ed emoziona.

Lo step successivo, indubbiamente, è stato leggere tutto il libro riguardante questo atroce femminicidio.

Si tratta di un testo davvero ben scritto, giornalistico, preciso, delineato, succulento anche perché incuriosisce e vuoi davvero scoprire cosa racconta l’autore; ma “Sulla tua pelle” è davvero qualcosa di molto più che una narrazione su come Andrea Tortelli è riuscito a dare identità e dignità alla vittima, Carol Maltesi.

Una delle lodi che credo meriti Tortelli è proprio la sua umanità. Ha portato rispetto alla vittima, le ha voluto (e le vuole) bene, non l’ha etichettata, sessualizzata, sminuita o simili. Oltre che esser stato professionale e meticoloso, è stato umano, un vero essere umano pensante e con un’anima perché Carol Maltesi, per molti, era semplicemente una diva del porno e nulla di più anzi, per tanti se l’era praticamente andata a cercare.

Quanta rabbia mi fa questa ghettizzazione, questo bigottismo e questa mancanza di logica e rispetto.

Carol Maltesi era una persona, una donna, una mamma, un’esser umano e il suo lavoro non ha alcun nesso con ciò che purtroppo ha subito.

Inizialmente, avevo pensato di citare intere pagine del libro in questione perché vorrei che molte più persone possibili capiscano quanto sia fuorviante ed ignorante associare un determinato lavoro a una “predisposizione” a subire delle violenze; però ho deciso di limitarmi a nominarvi alcuni numeri di pagina sperando d’incuriosirvi: pagina 145, pagina 158 e pagina 172.

Ma…

“Perché un uomo uccide? Perché proprio la donna che dice di amare?”

Sulla tua pelle, pag.126

Me lo sto continuando a chiedere, sapete?

Forse non esiste una risposta completa, una chiarezza delineata come le soluzioni di un’equazione; questo è triste, angosciante.

Ed è la tristezza di questa società, di questo mondo interconnesso proprio come in questo momento, ma solitario, concretamente taciturno nel reale, privo di un vero scambio di sguardi e di parole.

“[…]la tristezza infinita della solitudine, quella che troppo spesso non sappiamo osservare negli occhi di chi ci scivola accanto nelle nostre giornate veloci.”

Sulla tua pelle, pag. 185

Andrea Tortelli scrive della sua inchiesta, scrive di Carol Maltesi, scrive di un assassino, di famigliari in lutto, di un bimbo che non rivedrà più sua madre, ma Carol potrei esser io, potrebbe esser una nostra amica, una vicina di casa, una parente, una collega e molte altre.

Andrea Tortelli, da vero giornalista, narra di un femminicidio e di quanto ancora oggi la società etichetti una donna per il lavoro che fa e quanto esso, se non è “conforme” al consono, al pudico sociale, generi un bullismo e un giudizio collettivo denigratorio.

Ho amato “Sulla mia pelle” perché, con competenza, sincerità ed empatia, l’autore ha davvero dato valore a una giovane vita stroncata troppo presto e ha anche portato a riflettere su questa società virtuale, moderna ma ancora sessista, abominevole e bigotta sotto molti aspetti.

Sulla mia pelle” dovrebbe entrare in ogni casa di voi lettori.

Alla prossima recensione, la vostra Ele