Recensioni

Recensione di “D come Davide”

Buonasera cari lettori, come sempre amo parlarvi di libri emozionanti e questa nuova raccolta di Davide Rocco Colacrai lo è nel profondo.

In passato vi ho già parlato delle sue liriche e, in tutte le volte, ho riscontrato sempre l’immensa capacità di questo autore e la sua abilità descrittiva e, quasi, da narrazione poetica.

Questo suo nuovo libro conferma le abilità che già avevo appurato in passato e, in un certo senso, ne è un’evoluzione, un crescendo composto da una poetica viscerale, sincera, limpida, emotiva, empatica e differente.

Colacrai non è sicuramente un ermetista ma, con le parole, riesce a descrivere e trasmettere simultaneamente portando il lettore ad emozionarsi.

Una delle particolarità di questa raccolta è sicuramente dettata dalla presenza di molte poesie dedicate a disastri, morti ingiuste, dolori che hanno colpito tutta la nostra collettività.

Vi è una rappresentazione meticolosa di sensazioni, sentimenti e stati d’animo.

Inoltre, se ripenso ai suoi numerosi scritti, credo che un’altra peculiarità riguardi l’aspetto più intimo e relazionale dell’autore; in questa sua nuova opera, infatti, a mio modesto giudizio, si trovano quelle emozioni che spesso si celano. Mi sembra quasi che qui Colacrai appaia nudo di fronte al lettore, semplicemente un uomo e il suo sentire.

Perpendicolarmente, soffermandomi sulla poesia “Trilogia dell’addio III” (pagina 28) dedicata a delle vittime di un evento che ha toccato molti di noi, ho trovato disarmante come in me si creavano immagini, stati d’animo e sentimenti tanto forti quanto ciò che lui è riuscito a incidere su carta. Talmente veritiera e ricca di pathos che il finale ha creato quasi una carezza di sollievo, di leggerezza.

Porta alla luce eventi che abbiamo dimenticato e da valore a vite che si sono sacrificate per un bene comune, come nella poesia “L’albero di Giovanni: Atto I” (pagina 53); una poesia che mi ha messo i brividi per quanto è viscerale e immensa.

E poi, la famiglia. Quei legami che riguardano un po’ tutti noi e che portano con sé anche dolori, mancanze, sofferenze. Anche in queste liriche l’autore conferma le sue abilità, le sue capacità poetiche e la grande conoscenza dell’animo umano.

Poetiche differenti da quelle a cui siamo abituati; quasi delle narrazioni melodiose che catturano il lettore e lo portano in una bolla poetica che ti lascia un po’ destabilizzato… a cosa serve la vera poesia se non a questo?

Alla prossima recensione, la vostra Ele