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Recensione di “Notturno Urbano Reviewed”

Buongiorno cari miei lettori, sono felice.

Ultimamente mi trovo tra le mani raccolte poetiche e questo mi riscalda davvero il cuore perché amo sapere che la poesia è viva, attuale, calda e sincera.

Oggi vi parlo di una nuova uscita che sinceramente mi ha sorpresa.

È la prima volta che mi trovo a leggere poesie su luoghi.

Aspettate; non fraintendete, continuate a leggere.

Alziamo mai lo sguardo per guardare ciò che ci circonda? Aspettiamo ad attraversare la strada perché incantati da un edificio, da una via, da un particolare urbano che ci emoziona?

Riflettiamo mai su come cambia di sera un luogo che siamo abituati a vivere di giorno?

Infine, sappiamo creare una transizione tra qualcosa di statico, costruito, “inanimato”, e la nostra vita?

Papi Duilio, l’autore, ci riesce egregiamente.

Mi sono ritrovata a “vedere” edifici, vie, quotidianità urbana e vita cittadina sotto punti di vista più riflessivi, più empatici, più umani.

L’autore in questa raccolta crea una sorta di percorso a tappe dove, attraverso le sue liriche, s’inizia una riflessione o semplicemente ci si delizia leggendole.

Ne ho appuntate davvero molte che mi hanno colpita per le metafore, le emozioni che suscitano, le immagini che si creano in testa e l’amore per ciò che circonda l’autore.

Quando si legge una poesia di solito si crea un’immagine di ciò che viene descritto in essa; nelle opere di Papi Duilio, oltre a questo, s’intravede l’autore stesso.

Mentre leggevo una poesia dedicata al duomo io vedevo l’autore seduto in piazza mentre ammirava questo maestoso amico e lo dipingeva con le parole.

In “C’è sempre una notte” lo immaginavo camminare lungo una delle vie dei negozi mentre il sole dormiva e, attirato da una vetrina, l’autore si fermava e iniziava a scrivere.

In “Madrid” lo immaginavo seduto alla scrivania di una camera d’albergo, fuori la notte che stava volgendo al mattino, e lui che scriveva cos’aveva vissuto.

Potrei andare avanti ma ciò che mi preme farmi arrivare è che non si tratta di poesie “descrittive” (concedetemi il termine) o “fredde”, bensì d’intenso sentimento verso i luoghi descritti, direi quasi devozione.

Non da meno è la trasposizione emotiva e riflessiva che l’autore riesce a incidere nel lettore attraverso le figure di edifici, situazioni apparentemente statiche e spesso da noi nemmeno notate.

Epilogo” chiude il cerchio, anzi il percorso. Ultima tappa ma anche fuoco d’artificio.

In quella poesia io ho trovato tutto l’autore; il succo, il nettare, il nucleo di Papi Duilio.

Una poesia che divampa e non si dimentica.

Copertina e titolo imprimono ciò che si ritroverà in quelle pagine ma c’è una grande sottigliezza che l’autore (non so se volutamente o meno) ha fatto: alcune poesie sono esplicitamente notturne ma altre lasciano al lettore la possibilità di crearsi il momento della descrizione e questo è davvero un tocco in più che può permettere maggiormente la fusione con le poesie di Papi Duilio.

Un poeta elegante, sincero, romantico, emotivo; un autore che riesce a vedere emozioni dove pochi riuscirebbero a guardare.

Complimenti a Papi Duilio.

Alla prossima recensione

La vostra Ele