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Recensione di “L’attimo eterno”

Ciao amici, oggi qui a Brescia piove quindi ci siamo seduti tutti sul divano e, mentre Michele e Carlotta guardavano un cartone, io ho preso in mano questo libro credendo di leggere solo i primi capitoli ma non sono riuscita a fermarmi finché, con il cuore triste, ho letto la parole “FINE”.

Questo è uno dei tanti libri che Maria Perillo mi ha affidato ed è a lei che va un mio immenso GRAZIE perché senza lei non starei crescendo come persona e come lettrice.

Scusate per la divagazione… ora vi scrivo del libro che ho qui di fianco a me.

Tutto inizia a Mossorofa, una paesino di Reggio Calabria dove, nel 1992, si conoscono Giuseppe, Sidney e Jessica. I tre bambini diventano da subito amici veri creando un legame molto forte e, con lo sbocciare dell’adolescenza, si tramuta in amore. Entrambi i giovani ragazzi si innamorano di Jessica che ricambia il sentimento di uno dei due e così iniziano i primi screzi che però non portano mai alla rottura dell’amicizia. Giuseppe e Sidney sono completamente differenti: il primo è molto intelligente, timido, riflessivo; il secondo è vivace, insicuro, abbandonato dalla famiglia e prenderà una brutta strada che potrebbe non aver ritorno. Riusciranno i suoi più grandi affetti a riportarlo in carreggiata? Cosa succederà all’amore e all’amicizia?

Quante volte scopriamo che una donna ha avuto rapporti con due uomini che erano molto amici? Quante volte scopriamo che un giovane ragazzo cresce praticamente da solo? Quante volte l’amicizia è più forte e reale di un legame di sangue? Quante volte si pensa di riuscire a vincere, d’amare, ma poi si perde? Questo romanzo ha il sapore della realtà.

L’autore racconta la vita di questi tre personaggi contrapponendo la fortuna di Jessica alle due differenti sfortune di Giuseppe e Sidney.

I due ragazzi dalla vita difficile hanno dovuto rimboccarsi le maniche e crescere; c’è chi c’è riuscito e chi purtroppo ha dovuto affrontare conseguenze immense.

Ciò che traspare da questo libro è il grande valore dell’amicizia; quel legame così forte che scardina differenze culturali, di pensiero, di distanza fisica e che sa superare anche le delusione d’amore.

Ecco, anche in questa lettura c’è la tematica dell’amore che qui sembra un pochino un film ma che, nel finale, si apre a un evento che credo nessun lettore si aspetti.

Due ragazzi che amano la stessa donna e che soffrono ma non dividono il patto di sangue che li unisce.

L’amore che viene narrato sia riguardo alla coppia sia in senso più ampio.

In tutta questa storia vi è la crescita, la maturità, l’affronto dei dolori e delle debolezze che spesso però non hanno un happy ending.

Ecco, di questo romanzo, ho amato anche il suo non associarsi alle canoniche storie d’amore o d’amicizia viste nei film o lette nei libri ma rimanendo fedele a quella che potrebbe esser la triste realtà delle relazioni.

Il finale mi ha lasciata con una lacrima che mi rigava il viso e questo denota la capacità dell’autore di trasmettere le emozioni.

A pagina 61 ho trovato queste parole che voglio condividere con voi:

“<<Non devi avere un’immagine stereotipata della felicità, non devi pensare: “sono felice solo se ho un bel lavoro, viaggi. soldi, donne.” Devi cercare la tua personale felicità. Non devi essere quello che gli altri si aspettano che tu sia, ma soltanto sentirti libero di essere te stesso. Non c’è felicità più grande.”

L’attimo eterno è il senso della vita e il senso della vita è la felicità.

Viviamo costantemente con la paura di rischiare, di mostrarci per chi siamo, di accettarci anche con i nostri difetti e i nostri errori.

Ritengo che questo romanzo inviti il lettore a domandarsi chi davvero sia, se stia vivendo pienamente la vita e se ami totalmente, come l’Etna quando erutta rompendo anche i confini.

Jessica è il fulcro delle vite dei ragazzi, è il centro per entrambi: l’amore.

Amore come donna, in questo caso.

Amore come si ama la vita.

Non vi posso scrivere le mie considerazioni sul finale perché significherebbe svelarvelo ma sappiate che anch’esso lascia delle domande a cui ancora non ho risposta e questo forse è un pò lo scopo anche della vita: avere delle domande che ci spronino a vivere veramente cercando di trovare le risposte.

Unica pecca dei piccoli e minimi errori di punteggiatura (mancano dei punti alla fine di qualche frase, e una vocale sbagliata) che con un leggero editing spariscono ma questo non compromette la lettura del romanzo. 

Un romanzo che si legge velocemente grazie alla capacità d’immersione dettata dal testo e anche per la trama ben gestita che porta a voler scoprire cosa accade.

Ed ora torno sul divano dalla mia famiglia.

Ci leggiamo alla prossima recensione.

Un abbraccio a tutti voi e soprattutto alla mia amica Maria Perillo.

La vostra Ele