Recensioni in collaborazione con Temiladonnachelegge.it

Recensione di “Prigionieri”

Buongiorno amici e buon inizio settimana.

Ieri, dopo aver scritto la letterina per Santa Lucia insieme a mia figlia, mi sono dedicata alla lettura di Prigionieri, un romanzo ho avuto l’onore di leggere grazie a Maria Perillo, alias temiladonnachelegge, che mi ha affidato anche questo testo.

Il romanzo alterna il diario di un soldato bolognese che combatteva la Seconda Guerra Mondiale, con la vita di Carlo, anch’egli bolognese ma dei nostri giorni. Mentre il soldato racchiude in questo diario ogni sensazione della guerra e del cuore, Carlo si trova a dover affrontare due fallimenti: quello lavorativo e quello matrimoniale. Ritrovandosi tra le mani questo diario, decide di andare in America a scoprire se colui che lo ha scritto sia ancora vivo.

Non so se sia un caso trovarsi a leggere un altro testo ambientato principalmente nel periodo della guerra ma devo dire che ne sono stata felice perché è un’altra testimonianza di un punto di vista differente che spesso non ci fanno conoscere.

Consci che sia un’opera di fantasia, dobbiamo però tener conto che è ispirata dal vero diario del nonno dell’autore quindi posso immaginare che ciò che Mauro Corticelli ha creato non sia tanto distante da una possibile realtà.

Non esistono capitoli in questo testo ma un altalenarsi tra il presente di Carlo e il diario del soldato che però sembra corrispondere a un altro presente (scusate la ripetizione) perché, seppur distante ormai 80 anni circa da noi, la narrazione ti porta a quel vivido momento scritto che sembra vicino.

Una scrittura magistrale oserei affermare.

Un talento e una capacità d’espressione direi davvero notevole.

Non da meno i temi, oltre a quello storico e sociale, dell’amore e degli affetti.

Prigionieri non parla solo di un prigioniero di guerra ma parla della prigionia emotiva dettata dall’insicurezza, dalla mancanza di coraggio, dalla paura.

Attraverso le vite dei due protagonisti, ma anche di molti personaggi secondari, scopriamo quanto spesso ci si adagi sulle sicurezze effimere e prive di vero significato e affetto.

L’autore ci porta in evidenza quanto sia difficile vivere preferendo invece lasciarsi andare in ciò che può accontentare solo una briciola di vita, un frammento del nostro animo.

Spesso abbiamo a portata le vere emozioni ma non riusciamo a rischiare.

Non abbiamo il coraggio di metterci in gioco e rischiare nell’amore, nella vita e anche nel lavoro.

Siamo spesso prigionieri delle convenzioni, delle agiatezze asettiche, dei dettami sociali.

Mauro Corticelli, pur trattando temi tristi e delicati, incanta grazie alla sua abilità e alla sua scrittura.

Un romanzo che davvero mi ha colpita.

Grazie ancora a Maria Perillo, senza di lei non potrei esser qui a parlarvi di queste stupende letture. Ed ora, mi tuffo in un’altra lettura.

Un abbraccio

La vostra Ele