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Recensione di “Vi dichiaro marito e morte”

Ciao amici, eccoci qui con una nuova recensione.

Oggi si tratta di una serie di racconti ricchi di morale incentrata sul bene e male.

Nei suoi racconti vi è una contrapposizione tra positività e negatività in costante conflitto dato da varie situazioni.

In un racconto troviamo la denuncia dell’insensibilità sempre più dilagante con un maggior attaccamento ai soldi dimenticando il valore del cuore e la bontà.

Simone tratta anche il tema della morte delineando come una perdita segni una persona creando anche una reazione psicosomatica; questa triste storia lascia un grande messaggio relativo al valore dell’amicizia che a volte viene accantonato.

Un altro racconto tratta sostanzialmente il delirio dell’onnipotenza, le bugie, la sessualità, la falsità e il denaro che in fondo diventa il diavolo in persona.

Proseguendo la lettura ci addentriamo nelle relazioni di coppia che al giorno d’oggi portano al dilagante divorzio che crea rancori e dolori nei quali sono sempre i figli a rimetterci.

Potrei raccontarvene altri ma poi vi svelerei tutto quanto.

L’autore ha una grande penna che non annoia, che filosofeggia e insegna.

Parla d’amore, o meglio, della mancanza d’esso; tratta anche la mente, la psicologia, i danni che un evento crea sulla persona e le conseguenze che spesso s’innescano.

Parla di dolore, di silenzio, di abbandono.

Parla dei mali della società visti come i soldi, la droga, la mancanza di attenzione verso i figli, il ruolo della donna e la Chiesa, la religione, forse la contrapposizione per antonomasia per Simone.

Attraverso i suoi racconti vedi come bene e male si fondano; come qualcosa di buono può tramutare in una tetra oscurità.

Ci troviamo sempre a guardare gli eventi con un’unica ottica, osservandone un unico punto espressivo quando c’è molto di più: ci sono infinite sfaccettature ed infiniti mondi dietro a una persona.

Il silenzio è disarmante.

La mancanza di sincerità, di dialogo, di confronto, di sostegno e di un bene comune, fanno vacillare la psiche.

Ritengo che Simone abbia scritto un pò per i suoi allievi, per spronarli, per toglierli da quel torpore e anche per fargli capire che lui per loro c’è.

Vuole prepararli alla vita da adulti ma anche essere d’esempio.

Una scrittura matura, profonda, ben studiata e delineata.

Una serie di racconti che possono esser letti semplicemente per come sono o analizzati per quello che secondo me è il loro scopo… al lettore la scelta ma, in entrambi i casi, si tratta di una gran lettura.

Simone Consorti è nato nel 1973 a Roma, dove insegna in un liceo. 

Ha esordito con “L’uomo che scrive sull’acqua ‘aiuto’ (Baldini e Castoldi 1999, Euroclub 2000, Premio Linus). Ha pubblicato i romanzi “Sterile come il tuo amore”(Besa, 2008), “In fuga dalla scuola e verso il mondo”(Hacca, 2009), “A tempo di sesso”(Besa, 2012),“Da questa parte della morte”(Besa, 2015), “Otello ti presento Ofelia” (L’erudita, 2018), “La pioggia a Cracovia”(Ensemble, 2019), oltre che diverse raccolte di poesia, tra cui “Nell’antro del misantropo”(L’arcolaio, 2014),“Le ore del terrore”(L’arcolaio, 2018, prefazione di Anna Maria Curci) e  “Caligola in Britannia” (Progetto cultura, 2019, a cura di Cinzia Marulli Ramadori). “ La sua piéce “Berlino kaputt mundi” è andata in scena al Teatro Agorà di Roma nel marzo del 2018. Si occupa di street photography; ha tenuto mostre personali in Italia e partecipato a collettive in Russia.      

Un abbraccio

La vostra Ele