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Recensione di “Il santificatore”

Cari lettori, io non resisto e vi parlo di un altro libro.

Tempo fa sono stata a una serata di presentazione di questo libro scritto da un bresciano e ambientato prevalentemente nel nostro territorio.

Oggi non ho resistito e l’ho letto tutto d’un fiato. Letteralmente. Senza smettere. In meno di 3 ore mi sono tuffata in questo romanzo dal quale non riuscivo a staccarmi.

L’apparente quiete nella città di Brescia viene squarciata da un omicidio particolarmente efferato. Il corpo di una donna viene ritrovato in una radura sulle colline di Gussago. La vittima è stata sgozzata e il suo corpo è stato dato prima alla fiamme e poi predisposto con cura al centro di un castagneto, dove su alcuni alberi sono incise delle strane lettere che sembrano orientate geograficamente. Al collo della donna il killer ha posto una catenella votiva di San Clemente. Sarà l’inizio di una lunga catena di omicidi. Sul caso indagano il vicequestore Remo Zamboni e l’amico nonché antropologo forense Ermete Di Stefano. I due dovranno avventurarsi in un vortice di morte e follia che per qualche strana ragione sembra ricondurre a un antico testo agiografico del tredicesimo secolo: il famoso Legenda Aurea di Jacopo da Varagine.

Fin dalle prime pagine l’autore ti catapulta nella storia, ti intriga, ti porta ad ipotizzare cosa si celi dietro a queste morti.

Di omicidio in omicidio, ipotesi dopo ipotesi, fidatevi che fino alla fine non avevo immaginato chi fosse il killer.

Ciò denota l’immensa capacità di Antelao che riesce a narrare e incuriosire senza far trapelare nulla e, contemporaneamente, dimostrando di non cadere in cliché narrativi e finali scontati.

Ciò che mi ha colpito, oltre al rivedere la mia città e la cultura religiosa del passato (con molti dettagli che evidenziano le grandi conoscenze dell’autore), è tutto l’aspetto psicologico nascosto che si palesa alla fine: la nostra mente, il nostro vissuto, le nostre sofferenze, ci caratterizzano e ci “perseguitano” per tutta la vita arrivando, in casi estremi, a destabilizzarci tanto da commettere atrocità.

Il dolore è una scarica immensa che può condurre al male.

In parallelo, la giustizia. Quel traguardo che tutti auspichiamo ci sia ma che capita si inceppi e non si attui.

Insomma, Marcello Antelao mi ha sorpresa tantissimo.

Con la sua scrittura fluida, la sua trama ben delineata e coinvolgente e il perfetto mix tra suspence e un filo d’amore, fidatevi che non vi staccherete da queste pagine.

Alla prossima recensione, la vostra Ele