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Recensione di “La vita segreta delle ragazze di chiesa”

  1. Titolo: La vita segreta delle ragazze di chiesa
  2. Autrice: Deesha Philyaw
  3. Casa editrice: Sem

Cari lettori, oggi mi sono dedicata ad un altro libro che ha segnato i miei pensieri e le mie riflessioni tanto che in poche ore ho divorato queste pagine pregne di racconti e di schiettezza.

Ci troviamo a confrontarci con la disparità raziale, con la scoperta della sessualità di molte ragazze e donne, delle regole professate dalla religione cristiana, delle regole famigliari e il non-amore che ricade anche in esse.

Con una scrittura scorrevole e molto psicologica, l’autrice parla di razzismo, cultura, genere, bigottismo ed ipocrisia utilizzando la sessualità come filo conduttore.

Con un’abilità immensa si toccano tematiche odierne e ancora difficili da scardinare.

Ci si trova davanti a verità spesso scomode.

Essere portavoce di Dio, ma commettere atti impuri.

Professare amore davanti agli altri, e sfruttare la donna.

Punta il dito verso le finte persone di chiesa, l’ancora troppo sminuito ruolo della donna, la difficile accettazione di se stessi e anche all’interno delle famiglie.

Attraverso questi racconti viene alla luce tutto il mondo retrogrado, razzista, maschilista, superficiale e chiuso che ancora oggi permea molte parti del mondo.

Si parla di donne e di sessualità, d’amore e accettazione.

Argomenti sempre più odierni e spesso ancora minimizzati.

Si toccano molte sensazioni, differenti vissuti, angoli nascosti dell’animo femminile e si disarcionano molti tabù ancora diffusi, si tolgono i salami dagli occhi.

Da italiana che vive nella propria nazione alcuni racconti possono apparire distanti, ma il contenuto, il concetto e l’analisi degli avvenimenti è identico a quello che accade qui, possono cambiare delle sfumature, dei luoghi, però non variano dolore e sofferenza.

Ho amato “La vita segreta delle ragazze di chiesa” e ho amato come ogni messaggio arriva limpido ma ben amalgamato nelle varie storie tanto da immedesimarsi in ogni protagonista.

Alla prossima recensione, la vostra Ele

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