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Recensione di “Fin qui visse un uomo”

Buongiorno amici e buon inizio settimana. Stamani voglio parlarvi di una raccolta di poesie che ho letto questa notte e che mi ha davvero colpita.

L’opera in questione è suddivisa in 6 sezioni più il Congedo, una poesia finale.

Spesso mi capita di leggere senza aver letto nemmeno la biografia dell’autore e così è stato anche con questo libro quindi, quando ho terminato la lettura e ho “spiato”  le informazioni sull’autore, sono rimasta basita. Gerardo Masuccio ha praticamente la mia età; è un giovane poeta con un curriculum di tutto rispetto riuscendo a lavorare per la Bompiani.

Sono rimasta a bocca aperta perché le sue opere profumano di maturità, di vita adulta, di conoscenza e riflessione che spesso si attribuiscono solo ad autori molto più grandi.

Se guardate bene una delle foto, potete intuire quante sue liriche mi siano entrate nel cuore; alcune per la delicatezza con cui sono state scritte, altre per la tematica trattata e la condivisione del pensiero.

Gerardo Masuccio parla di emozioni, di famiglia, di solitudine, di riflessione e d’amore.

Attraverso una sorta di percorso, ci mostra la sua anima, la sua sensibilità, i suoi pensieri e le sue paure.

Ho amato e condiviso ciò che per lui è la poesia e la figura del poeta (pag. 64), per non parlare della sua lirica dedicata a Gardona Riviera (pag. 99), uno dei paesi che mi accompagna da quando vivo a Brescia.

Le sue poesie sono riflessive, direi filosofiche ma prive di artifici, di figure retoriche. Sono delicate ma dirette. Profonde ma schiette.

Incarnano la peculiarità di qualcosa che va assaporato lentamente e che ti rimane dentro per consistenza e per sapore.

Un poeta moderno con la delicatezza dei colleghi del passato.

Insomma, cari lettori miei, se vi piace la poesia, Fin qui visse un uomo fa davvero per voi e a me rimane, oltre che questo immenso libro e ciò che trasmette, la speranza che Gerardo Masuccio ne scriva presto un altro.

Buona giornata amici miei

Un abbraccio

La vostra Ele