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Recensione di “L’occhio del drago”

Ciao amici, questo è un periodo particolare tra Coronavirus, ultimi lavori di casa e caviglia slogata che non vuole decidersi a collaborare ma io non mi fermo quindi oggi, nel giorno in cui ogni donna viene valorizzata -anche se ogni giorno andrebbe trattata con rispetto- voglio parlarvi di un nuovo libro che ho terminato proprio la notte appena trascorsa.

Ho incontrato e conosciuto Bruno il 22 giugno dello scorso anno, a Ferrera Erbognone (Pv), alla premiazione di un concorso di poesie.

Ho un ricordo indelebile della sua poesia, del suo decantarla con sicurezza, passione, energia e chimica…mi dissi che avrei voluto tanto esser come lui perché, beh, lo sapete, io sono timida e insicura e lui lo ha potuto ben vedere quel giorno!

Grazie ai social, ci siamo tenuti in contatto e qualche giorno fa lui mi ha chiesto se sarei stata interessata a leggere il suo ultimo libro e ovviamente, onorata e felice, ho accettato con piacere.

Solo ieri ho avuto il tempo di iniziare la lettura e credo possiate ben capire che l’ho divorato dato che mi trovo già a parlarvene meno di 24 ore dopo aver letto il primo capitolo e forse non c’è giornata più adatta di oggi per parlarvene.

Questo thriller si svolge ad Alessandria e narra di una serie di omicidi dell’élite della cittadina; si tratta di assassinii precisi, organizzati e con uno specifico “marchio”: insieme al cadavere delle vittime, uccisioni avvenute in successione, viene ritrovato un ciondolo raffigurante un Occhio del drago stabilendo anche la firma di un unico assassino che diventa quindi classificato come serial killer.

Fin dal principio il commissario Luigi Badalotti, insieme all’aitante ispettore Mario Gianetti e agli altri agenti affidati al caso, cominciano le indagini delineando in poco tempo cosa unisca le due vittime: entrambe erano degli stupratori che, insieme ad altri amici, da adolescenti, insieme avevano violentato ripetutamente una giovane compagna di scuola portandola a suicidarsi poco tempo dopo.

Ma cosa significa quel ciondolo? Perché qualcuno si stava vendicando proprio ora, vent’anni dopo l’accaduto? Chi sarà il colpevole? Il commissario riuscirà a scovare il serial killer?

Attraverso queste pagine, Bruno, ci parla della sua città, di tutte le bellezze che racchiude e le dichiara anche il suo amore ma non si ferma a questo.

In questi capitoli l’autore ci mostra tante personalità, tante differenze e caratteristiche di soggetti; ci porta a notare come tutto possa esser capovolto, come dietro a ogni cosa ci possano esser varie prospettive e che non è tutto come può apparire all’inizio.

Attraverso ogni personaggio del libro ci si trova faccia a faccia con le paure come quelle d’amare, di esser soli, di mettersi in gioco, di guarire dalle ferite, di affrontare le proprie responsabilità o semplicemente la paura di affrontare la vita.

In queste pagine troviamo anche l’amore attraverso la paura di rimettersi in gioco seppur provando sentimenti, attraverso la vendetta, attraverso l’amore per un figlio che porta a sopportare anche ciò che ci ferisce o semplicemente l’amore per un ricordo che è entrato nel cuore e non si schioda.

Ma ciò che trovo più importante è che attraverso il motivo dei delitti, Bruno ci parla della violenza sulle donne, dei silenzi che si creano e anche del bullismo che arriva a farsi vanto di quest’atroce abominio che porta sempre più a scelte drastiche da parte delle vittime perché, come anni fa, ma ancora oggi sono molte le persone che giustificano gli stupri o che semplicemente non fanno nulla perché i colpevoli paghino.

Quando stanotte, alle due e mezza circa, ho terminato questo thriller mi sono chiesta cosa avrei voluto scrivervi e davvero, anche adesso, non sono sicura di avervi fatto percepire quanta intensità ci sia in questi capitoli; quanto ci sia racchiuso in queste pagine e quanto sia onorata che l’autore abbia voluto condividere con me questo suo ultimo -per ora spero- testo perché a volte non servono enormi tomi per arrivare a un cuore o lasciare un messaggio e questo è quello che ha fatto Bruno…lasciare il segno.

Ora tocca a voi infilarvi tra le vie di Alessandria e indagare con il commissario Luigi e i suoi fidati collaboratori.

Vi abbraccio

La vostra Ele