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Recensione di “Il pezzo”

Cari lettori buon pomeriggio, oggi voglio parlarvi di storie diverse, tutte intrecciate (a volte da fili sottili o invisibili) dove scopriamo le vite dei personaggi e le loro emozioni.

Lungo la trama scopriamo la vita di alcuni quarantenni, uomini e donne, che si trovano ad affrontare i dubbi e la crescita che comporta cambiamento e nuove scoperte.

Spesso sentiamo parlare delle crisi di mezz’età, dei cambiamenti improvvisi di amici, conoscenti, parenti, partner che, ormai arrivati a quarant’anni, cambiano, regrediscono o affrontano dei periodi mai immaginati, difficili, con cambiamenti notevoli fisici e/o caratteriali.

A volte si tratta di digressioni, altre di maturità “improvvisamente” comparsa.

“Il pezzo”, utilizzando la musica – con grandi brani citati -, si addentra in questi cambiamenti evidenziandone l’analisi mentale e fisica che una persona può fare, come la comparsa delle rughe, le stanchezze, le paure e le insicurezze; non da meno la parte emotiva, relazionale e sentimentale.

Attraverso stili differenti, ci si addentra in ogni descrizione dei personaggi, nei luoghi calabri, nelle peculiarità e nelle vicende che non sono estranee a nessuno di noi, o non lo saranno un domani.

Con una trama fantasiosa ma non stupida, l’autrice tratta tematiche attuali, trasmette concretezza e lascia spazio anche alla fantasia senza annoiare.

Lungo le pagine ci si scopre affini a qualche personaggio, ci si immagina quarantenni e ci si chiede se accadrà anche a noi, se è comune a tutti, se sarà differente.

Insomma, la musica è di per sé un filo conduttore che ricade, attivamente o passivamente, nelle vite di ognuno di noi; qui, diventa il perno, la scusa, la linea che ci conduce di personaggio in personaggio.

E voi, come vi immaginate (o com’eravate) a quarant’anni?

Alla prossima recensione, la vostra Ele