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Recensione di “Se bastasse l’amore” 

Cari lettori, eccomi qui con un nuovo libro.

«In Italia più di dieci persone al giorno muoiono per conseguenze dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. Preadolescenti e adolescenti rappresentano il 70 per cento di chi ne soffre. L’anoressia è la prima causa di morte tra i giovani, dopo gli incidenti stradali. Un’epidemia silenziosa. Eppure permane lo stigma sociale sui disturbi dell’alimentazione, così come sul disagio giovanile.» Maria Beatrice, figlia dell’autrice, all’alba dell’adolescenza, precipita nell’abisso dell’anoressia. A tredici anni, in fin di vita, viene ricoverata in Rianimazione. Inizia un lungo percorso di dolore, sofferenza e resilienza, nel mondo della malattia psichiatrica, un antro sconosciuto, difficile da immaginare se non lo si vive in prima persona. Queste pagine sono la storia di una madre impegnata a riconoscere e interpretare i sintomi, le derive, il linguaggio, i comportamenti della figlia. È il racconto, coinvolgente e toccante, di un viaggio attraverso l’inferno, in cui però mai vengono meno l’amore e il supporto, così come la solidarietà delle altre mamme che si trovano nella medesima condizione.

Ho terminato poco fa questa lettura lungo la quale ho sentito perennemente il nodo in gola.

Sono mamma di una bimba che ha la stessa età che aveva Maria Beatrice all’inizio di questa narrazione.

Vivo nella stessa città di questa famiglia e mia figlia frequenta la medesima scuola di questa giovane donna che ha già affrontato il mondo a testa alta.

Sono stata vittima di bullismo proprio come lei e, in modo opposto, ho sofferto anche io di disturbi alimentari.

Aggiungiamoci che il giorno in cui ho acquistato presso la Libreria Ferrata questo libro, mia figlia ci ha inserito un biglietto dolce che mi ha fatto da segnalibro lungo tutta la lettura e, involontariamente, mi portava a riflettere, empatizzare e immedesimarmi ancora di più in questa forte e immensa mamma che ho scoperto attraverso queste pagine, l’autrice Arianna Gnutti.

Ammetto che in testa ho infiniti pensieri riguardo a ciò che narra questo libro; vorrei raccontarveli tutti, vorrei descrivervi ogni lacrima che ho versato empatizzando con le due protagoniste principali, ma anche con Adelaide. Vorrei narrarvi cosa mi ha lasciato ogni passo di ciò che accadeva, ma non sarebbe corretto perché creerei un condizionamento che inevitabilmente vi porterebbe a leggere “Se bastasse l’amore” basandovi sul mio giudizio e ciò rischierebbe di non farvi riflettere, empatizzare, vivere e assorbire questo libro in libertà.

Ciò che voglio condividere con voi si può racchiudere in pochissime righe.

“Se bastasse l’amore” è un estratto immenso e forte di vita di una donna -moglie, madre, figlia e, non da meno, persona a se stante- che si mette a nudo per un bene superiore, globale e che riguarda ognuno di noi.

L’esperienza immensa di queste vite diventa un monito, un esempio, un grido per chi sta in silenzio e una denuncia verso chi non vede, giudica, sentenzia e preferisce minimizzare questa malattia.

La scrittura di Arianna è precisa, realistica, diretta e colta; allo stesso tempo è sentimentale, empatica, emotiva e sinceramente viva.

La lettura è fluida ma molto forte ed intima. 

Un estratto forte ed intenso che deve esser letto per informarci, per provare a capire, per rispettare e per aiutare.

Alla prossima recensione, la vostra Ele 

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