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Recensione “Il peso dell’ombra”

Buona sera cari miei lettori,

oggi mi sono deliziata con questa intensa raccolta di poesie.

Prima di addentrarmi tra i vari versi dell’autrice mi sono dedicata alla sua biografia e sull’introduzione che delineano ciò che poi si troverà nelle pagine successive.

A differenza di altri poeti, ritengo che sia necessario sapere il curriculum della poetessa perché, senza conoscerlo, si rischia di non capire fin nel profondo le scelte poetiche, le “dediche” e le ispirazioni che caratterizzano questa autrice così profonda e colta.

Il peso dell’ombra” credo che crei immediatamente un’immagine che porta a sentirsi qualcosa di personale sulle proprie spalle e questo è ciò che ritengo voglia far arrivare l’autrice.

Siamo frutto di un dolore spesso celato, di scelte, amori, sentimenti, azioni, inconscio e subconscio.

Siamo qualcosa che celiamo al mondo e spesso anche alla nostra parte più intima.

Abbiamo emozioni e sensazioni che non vogliamo nemmeno vedere noi stessi e che temiamo tanto fortemente da coprirci gli occhi in ogni modo possibile.

Ho amato la sua capacità di utilizzare figure metaforiche, allegorie, immagini mentali e soprattutto la cultura dettata dalla storia, dalla mitologia, dalla filosofia e dalla psicologia.

Attraverso le sue liriche -differenti per messaggi, metriche, melodie e mezzo d’espressione- la poetessa ci espone l’importanza del nostro vissuto, della parte mentale che spesso ignoriamo, delle nostre intime sensazioni e di ogni avvenimento della nostra vita.

Mentre leggevo e rileggevo queste poesie mi sono resa conto di quanto esse si differenzino dalla moltitudine di liriche moderne, dal consueto stile e dalla semplicità di molti poeti odierni.

Erica Gazzoldi si distingue dalla collettività, si esilia (concedetemi il vocabolo) dal comune e si erge su una vetta di nicchia, di cultura elitaria e di sublime poetica.

Le sue poesie sono melodie che richiamano storia e teatro nelle menti.

Leggerle significa davvero entrare in concerti mentali ed emotivi spesso totalmente ignoti.

Alla prossima recensione, la vostra Ele